La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 21 - 4 giugno 1908

20 Nazionalismo clericale Il 17 maggio, a Siena, i preti osarono ciecamente come gente che non vede il rinnovarsi del mondo per l'illusione in cui continua a vivere da più di un millenio, che l'evoluzione del mondo sociale e morale sia una deviazione transitoria ed effimera dei fonda- mentali e saldi principii dell'ieratismo medioevale, dei tempi di Carlo Magno. La loro cecità li rese audaci; l'audacia loro li perdi; e vennero dispersi a pugni da tutta la cittadinanza, virilmente protestante contro la vandea processionante nelle città di Lelio e Fausto Socino. I tentennamenti di una borghesia pavida che aveva subito il grandioso fatto storico dell'unificazione nazionale, sempre treme- bonda e sempre paurosamente vigile e solerte a reprimere lo slancio rivoluzionario dei partiti italiani; questi tentennamenti trasformati in veri 'inviti al partito clericale, inviti sempre più palesi ed insistenti, mano mano che il tempo od i licheni rende- vano uniforme il colore del muro della breccia di Porta Pia, can- cellando la traccia di quell' avvenimento nelle- cose, come il ri- cordo si affievoliva nelle menti ed il dolore nella ferita, si colmava per l'efficac'a dei continui balsami con cui il governo italiano mi- dicava la piaga involontariamente arrecata al papato, suscitarono nel partito clericale speranze inaudite e desidera smodati. Il clericalismo-italiano si modernizzò, non secondo gli insegna- menti dell'abate Loisy, ma scimmiottando il clericalismo frantese, si fece nazionalista. Da allora si videro i clericali italiani presi di grave tenerezza per quel tricolore italiano che or son pochi anni bandirono rigo- rosamente dalle chiese. Le drapeau aveva magnificamente servito al clericalismo fran- cese per aggiungere al proprio carro la nazione con la catena del sentimento patriottico; uguale tattica era utile e profittevole an- che In Italia, ove il clero era in sospetto di antipatriottismo per l'affare della breccia di Porta Pia. La Chiesa faceva credere di rinunziare a Roma, ricevendo in compenso il dominio della coscienza nazionale all' ombra della bandiera tricolore. « In una rapida inchiesta — scriveva un giornale clericale se- nese — è risultato che da molti anni la bandiera tricolore è sven- tolata al sole dalle società cattoliche di Milano, Genova, Torino, Vercelli, Piacenza, Brescia, Bergamo, Pavia, Udine, Treviso. Non parliamo del Napoletano e della Sicilia, dove è quasi una regola che le bandiere cattoliche siano tricolori ».

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