La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 20 - 28 maggio 1908
32 —. Non hai veduto che non potevano più stare in piedi? Chiuse l'uscione di strada, vi mise la spranga e la catena, appese la chiave al muro, richiuse l'uscio dai vetri smerigliati, e disse: — Vieni che andiamo a letto. Me lo disse come se fosse stata la cosa più naturale di questo mondo. Il mio pensiero lottava. Mi ingiungeva di uscire, d'an- dare a casa, di andare al mio posto di lèvoro, dove la Pina era forse su ad aspettarmi, ma Rosa, che aveva l'an- datura e gli imperativi del granatiere, non mi ha dato neanche tempo di rivoltarmi. Sprangata la porta, io le tenni dietro senza borbottare e senza domandare dove an- davamo. Giunti nella stanza che conoscevo, supponevo ch'ella mi lasciasse solo per andare col suo signore. — Che cosa fai? mi domandò meravigliata che io passeggiassi concitato invece di svestirmi. — Nulla, sono inquieto perché mi pare di commet- tere una cattiva azione a farli aspettare senza avvertirli. Ella ebbe un gesto di collera. Seduta nel largo della poltrona, si sbottonava i corpetti, sì slegava il busto, si slacciava la veste e le sottane, si curvava a sgroppare le stringhe degli stivaletti e ridacchiava di trovarmi tanto bamboccio •cla avere tanti riguardi per quegli usuraiacci dei Torriani, gente che si sarebbe voltata indietro per raccogliere un pezzo di cordicella per i pacchi, ma non mica per cercare di me. Domani, soggiungeva, andrò io da lui, gli pagherò i tuoi abiti, perchè questa è la que- stione più importante per lui, e tutto sarà finito. Con quel mio benedetto carattere di essere padrone di me stesso se sono solo e di subire la volontà degli altri quando sono alla presenza di qualcuno, la lasciavo dire senza rifiutare la catena che la donna stava per ribadirmi un'altra volta al malleolo. ( Continua) PA01.0 VA l, Elt A, Direttore, GALE/4E81,1 GIUSEPPE. gerente reponsabile Stai, Tipografico (kali-1111.11A. GuilLti o e, — Via S. P.e,ro 80•011,
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