La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 20 - 28 maggio 1908

81 parsa nei gorghi della sua collera tempestosa, e dopo aver detto come un'oste: « Signori, si chiude! », cominciò a spegnere i lumi, fra le meraviglie e i borbottamenti dei veterani di Garibaldi. — Io mi alzo presto, o signori, e adesso è suonata la mezzanotte. Quando c'è lui stiano qui fino al mattino. Io udivo il mormorio. Se fosse stato lecito, l'avrebbero battuta. Il maggiore Chiesa, indirettamente, parlando con un collega, faceva girare il bastone e le dava della villa- naccia. Quello che tutti chiamavano il bandierale non a- veva alzata la voce, ma diceva tranquillamente che se non fosse stata una donna, l'avrebbe presa per le spalle e messa alla porta o scaraventata dalla finestra. Sono giunti in anticamera direi quasi incandescenti. Indossavano i paletots leggeri o prendevano canna e cappello con ghignate di scherno, dicendo parole sguaiate, perchè le udisse o al- zando le spalle per dimostrare il loro immenso disprezzo. La mia posizione di uomo diventava sempre più difficile. Non potevo permettere che tutta quella gente illustre in- sultasse una donna senza diminuirmi. Così che più d'una volta sono stato lì per prorompere e dir loro quello che pen- savo in quel momento. Rosa, che era più occupata di me che di loro, mi ha buttato indietro con la violenza del suo braccio poderoso e si è messa all'uscio dei vetri sme- rigliati al margine dei gradini, come una donna che non aveva paura. Tuttavia, quando sono stati• di fuori, aggruppati ai piedi della scalinata che lambiva il marciapiede, si sono protesi con la testa e con la mano alla bocca, gridando tutti assieme: — Villana! maleducata! maleducata! servaccia! Il mio orgoglio era in fiamme. Ho staccato dalla pa- rete la prima sciabola di lusso che mi è capitata sotto- mano e mi sono precipitato dai gradini urlando: — Vili, mascalzoni, difendetevi! Rosa mi ha afferrato per la giacca e mi ha trascinato indietro dandomi dell'asino e dicendomi che non valeva la pena che sciupassi la mia collera o il mio furore per una bordaglia ubbriaca.

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