La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 20 - 28 maggio 1908
21 — vedete mò, come sono di bocca dolce! — a costruire un lavoro falso come un brillante del Lemoine, ma teatralmente pieno di iridescenze e di bagliori quale il Lorenzaccio di De Musset, ad esempio. Un canchero! Il Lorenzino dl Sem Benelli oltre a non esser lui, non è nemmeno qualcun altro; non è nemmeno un uomo vivo purchessia con cui si possa aver piacere di intrattenersi un poco! Tutti gli storici lo deacrivono magro e scarso della persona — il Maggi aveva veramente le phisique du vile alto grosso e polpacciuto com'è! — di viso bruno non bello, ma che pure sarebbe stato piacente, con un'aria, strana, malinconica e sospettosa, che gli faceva intorno come una specie di aureola sinistra. Tutti sono concordi nell'ammettere essere egli incapace di quel sereno atteggiamento del viso che vuol essere indizio di bontà di cuore; volendo ridere non riusciva che a met- tere Insieme un ghigno chè é rimasto celebre, mentre ama- va andare intorno solitario, astratto, fantasticando...Ed era di pochissime parole, ma arguto come un (fiorentino spi- rito bizzarro». • Niente di tatto questo nella Maschera di Bruto. Il Loren- zino di Seni Bonen( conciona enfaticamente anche intanto che lo accoppano, e quanto alla sua causticith a giudicarne dalle magre barzellette che spiffera dal palcoscenico dopo la recita della Aridosia, non si può dire che sia andato a cer- carle in fondo alla bisaccia di Momo. . Questo quanto attratti generali del personaggio. Quanto al resto 11 Benelli mostra Il suo eroe tirannicida per amore, fa cioè ancor più comune e più fattaccio di cronaca l'ammaz- zamento di quel povero duca Alessandro senza rendere me- glio interessante 1a figura dell'uccisore, che quando ha spif- ferato la sua brava dichiarazione d'amore ed ha ucciso per proteggere la sua 'donna, non ha più niente da fare nè per la storia nè per la leggenda quale l'intese l'autore. Perché, in verità, quel smaniarsi che fa per due atti in- teri 11 protagonista del nuovo dramma. perchè nessuno so- spetti ch'egli ammazzò per difendere l'onore della zia Cate- rina, rodendosi insieme perché lo si glorifichi come uceisor di tiranni, parve a me, e par, e a tutti, un mangiar troppi fichi per lamentarsi del mal di pancia. DI che ti lagni Lo- renzo? Hal avuto a portata della tua spada.un pessimo sog- getto che straziava la libertà e voleva giacere colla tua in. namorata; te ne sei sbarazzat: con un colpo lesto; hai fatto un vi ggin e due affari, liberasti te e Firenze; il tuo piccolo egoismo ha reso un grande servigio alla comunità: rallegra- tene dunque doppiamente, felice mariuolol No, li Lorenzino del Benelli ha gli scrupoli di una beghina, non vuole asso- lutamente che si parli di tragedia amorosa, mentre gli pesa la fama di delinquente politico, e dice e si disdice col LaudIsi, con Mtirgberlto di Navarra, con tutto il mondo, vo-
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