La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 20 - 28 maggio 1908
18 i reati di sangue per uno scopo: il primo eliminava gli ostacoli per sposare una ragazza; il secondo parche si credeva predesti- nato, dicendo a tutti ch'egli sarebbe morto accorciato della testa; e il terzo perchè voleva giungere coperto di sangue alla fortuna o alla ghigliottina. Ma la Weber? Le strangolazioni della Weber sono senza utile personale. A ch cosa le giocavano i suoi bimbicidi? Incostante, passava facilmen da un uomo all'altro. Quantunque fosse sudicia e andasse in g' o con le vesti tutte lacere pure trovava sempre qualcuno ghlqtto di lei. Prima dell'ultimo omicidio ella stava per essere arres Un uomo che l'aveva veduta in qualche parte le scrisse: ara Giovanna. Vi si accusa. Io sento che siete innocente. A eas mia troverete il posto dove rifugiare il vostro dolore. Venite, sarete la benvenuta. Giuseppe Jolly, vignaiuolo e taglialegna. La i Weber rispose: Verrei volontieri, ma non ho un centesimo. Stava per in- viarle venti lire, ma venne chiusa nella prigione di Chateauroux. Liberata con l'assoluzione andò a raggiungere Jolly. Eccomi, gli disse, entrando in casa' sua. E' lui che parla, < Io, vedendola, ho avuto un trasalimento di cuore. Era lei I Passammo due giorni deliziosi. Il terzo giorno con un pretesto qualunque è uscita ed è stata assente due ore. Mercoledì restò fuori tutta la notte. Ella l'aveva passata in una bettola con dei carrettieri. Rientrata le dissi per una volta, vada; ma non devi ripeterla. Giovedì ricevette dieci lire di soccorso dal direttore della prigione di S. Lazzaro. Si Impadronì del mio portamonete contenente 22 lire e prese:Punto per non rientrare che due giorni dopo in bolletta. Alla domenica è venuto a trovarla Bouchery, il quale si mise albaciarla alla mia presenza. Ho anch'io la mia dignità e la scacciai. E' una buona ragazza, ma ama troppo il fango. Qui poteva star bene, perché io guadagno e non ho tigli, ma ella preferisce la miseria.. L'ultima strangolazione l'ha compiuta alla locanda dove allog- giava col suo nuovo amante Bouchery, il quale, in quella sera, rimase al lavoro ai forni di calce di Sorcy. L'abile simulatrice aveva però data all'assenza del ganzo una ragione di gelosia per averla veduta, diceva lei, a bere con un altro uomo. La padrona le ha permesso di tirami in letto con lel il piccino Poirot. Una vicina ha udito tali rumori che è discesa a dirlo alla madre. E quando la madre è salita Maurizio era già rigido, allunga'o, con i grand'occhi aperti e un iìò di spuma alla bocca. — Che cosa avete fatto a quel fanciullo? le domandò la madre tutta centurbata. — Nulla; non ha pianto, rispose tranquillamente Giovanna. La Poirot prese la creatura che raffreddava fra le braccia. Il me- teo è stato impotente a trattenerle la vita. Ma ha constatato che
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