La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 19 - 21 maggio 1908

26 tanavano tutte, di questo Reagii:1 nessuno di noi si curava e non credemmo mai fosse il caso di occuparsi se non come di una insignificante singolarità., così come ci sarebbe ben indifferente sapere se Tiziano o Cano a avesse o no un blterzoletto sul naso. Eppure chi va a sentire il Rossini del Testoni non ap- prende altra cosa, o se sono altre cose quelle che impara non hanno maggiore importanza dl quel che sarebbe il co- noscere 11 colore della barba di Ulisse per chi ammira l'O- dissea, o la qualità del pomo, xhe el fece perdere il paradiso terrestre. Chiedevamo conto del grande musicista e ci si regala un omuncoletto che spiffera delle barzellette anche storiche, se volete, ma non più scelte, e non più raffinate dl quelle che avevamo già sentite in Quel non so che, in La scintilla, In Fra due guanciali e nella Duchessina Sospiravamo la visione limpida e luminosa di un genio gaio, spontaneo ed originale ed abbiamo avuto un signor Vellardi, uno Scandiani, un Berti, un Terzi, un qualunque insomma di quel nessuno ohe galleggiano già nella prosa brodosa del teatro testoniano. Lontana da me l'idea di pretendere che il commediografo bolognese c, avesse a regalare un Rossini di maniera! Era un goloso, un avaro, un libertino? e mostratecelo pure a letto, a tavola o prostrato davanti a un forziere, benedeíto Iddio! ma non dimenticate per quel poco di buono il compo- sitore Gloacchino Rossini; l'uomo cioè che ricomperava tutte le sue debolezze colla potenza.dell'Ispirazione, colla freschez- za dell'idea, col riso garrulo e giocondo di una musica che non pensa a morire, se no tanto varrebbe scolpirci un Ga- ribaldi mentre gli fanno il champoing. Abbiamo detto qaell ) che non è il Rossini di Testoni: ve- diamo ora ciò che sia! Una canzonatura! Quattro quadri della vita di un qualunque che potrebbe essere anche O portinaio del Pantheon, tanti sono i grandi uomini che gli passano accanto. Contiamoli un poco Wagner, Bellini, Me- yerbeer, Paér, Bonnefals, Carlo X, il pubblicista de Miracourt, Gustavo Dorò, il tenore Gargia, la Colibran, la Pellissier, la ballerina Cecchettl. Ogni battuta avrebbe dovuto essere una sentenza; ogni espressione una melodia, ogni voce un tril- lar di note.. Non illudetevi: tutte queste glorie da enciclo- pedia non aprono bocca, o sè parlano, forse per non farci arrossire, si mostrano più semplici di BertoldIno. Ma prefe- riscono non parlare. — Ah non sprechiamo più righe per questo Rossini che n merita nemmeno la spesa di un epitaffio, e gead ' poco contro un altro autore — l My troppo — il professor, , iJ f<4 meritevole slul j/g/i,-clitnOtrl vr ligro o e i. Pa

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=