La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 18 - 14 maggio 1908

• 27 opere note e risapute, e le arie, le ariette, gli ariosi e le ca- vatine, I rondò e le variazioni passate attraverso alle prove degli orananetti di Barberia e consacrate dall'inesauribile smercio grammofonico di dischi. Ed a maggior gioia del pubblico, ed a meglio assicurare l'esito finanziarlo della stagione scaligera, si riprenderanno i balli mastodontici che elettrizzavano la folla degli agenti di cambio e delle giovani speranze del Cova, risuscitando quell'Excelsior e quell'A rnor che si credevano oramai confinati alle riproduzioni minu- scole sui teatri del burattini. Così la nostra superba gloria nazionale potrà degnamente rivaleggiare colle imprese car- nevalesche del Dal Verme, e non essere superata che dalle stagioni autunnali del Lirico. Rivedremo coi teatri esauriti i passi maestosi della Luce che incalza e fa allibire l'Oscuran- • iismo é si potrà battere il tempo alla polka dei postiglioni, e chiedere il bis della marcia delle nazioni. Ed udremo an- cora il servo amante della regina cantare P. Oh dolce vo- luttà» ed li bandito Emani brindare col masnadieri, la si- gnora nonsochi, spiegarci In musica cosa sia la donna russa e Cascart singhiozzare: «Zazà, piccola zingara a. Ali che in verità, sarebbe meglio chiudere a sette mandate Il nostro grande teatro, e gettarne le chiavi al Redefossi I Un tempo la gloria della Scala erano le voci, ed un artista che avesse o non avesse cantato alla Spala, vi avesse o non vi avesse ottenuto successo, era un artista che si qual-ficava da se. E Di opere erano allora asservite, al cantante; ed il trionfo dl un opera era essi Implicitamente Il trionfo del virtuoso, che molto opere resistettero solo col resistere del cantante che le imponeva. Ma la Scala non ha possibilità alcuna per poter aspirare a questo primato Le poche buone voci che ancora- prospe- rano, le sono tutte contese dall'aspra e spietata concorrenza americana. Essa, sarà costretta se mai, a montare le grandi opere verdlane, wagnerlane o ponchielliane che il pubblico predilige affidandosi ad artisti ignoti o immaturi, che se defielenti le faranno vomitare tutte le contumelie non po- tute rovesciare su Thecanini, e se buoni le saranno alla prima occasione sottratti dal dollari new-yorkesl. Illudersi di poter illustrare la Scala con buono esecuzioni del reper- torio comune a tutti I teatri secondari', vuol dire voler di- sconoscere che il pregio di queste opere è in gran parte riposto nella virtuosità dell'interprete così che una cattiva esecuzione ne segnerebbe Il disastro irreparable. Ora, ese- cuzioni perfette alla Scala di queste concezioni a grandi voci non sono possibili più Le opere di un contenuto orchestrale complesso, poderoso, come tutta la concezione wagneriana, ad esempio, ben essere comprese ed ammirate anche con una poo nille s d s e o s ra esecuzione vocale; l'essenza 5 1 dramma palpItaneit

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