La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908
ampia piattaforma c'erano alzate di dolci, di frutta, con i piatti, con le posate, con le saliere, con le chicchere, con le cogome e le zuccheriere. La teraglia e la por- cellana ricordavano la casa patriarcale. I piatti avevano il fondo istoriato di scene garibaldine. Sul mio -c' erano Garibaldi, Crispi e Nino Bixio, quando i due ultimi scon- giuravano il primo a mettersi alla testa di una spedizione per liberale la Sicilia. Su quello di Rosa c'era frate Pan- aleo con la mano nella mano di Garibaldi nel momento in cui stava dicendo: a Venite amico stringetemi la mano. Dunque volete seguirci? Siate il benvenuto. Sarete il nostro Ugo Bassi. » Prima di sederci la mia amica — perché da quel momento l'amicizia era incominciata — mi ha presentato ai commensali con una disinvoltura che mi ha tolto il fiato. — Il mio nipote Roberto Henderson — diss' ella con la mano tesa verso i signori. Si curvarono e io mi curvai rispettosamente senza il minimo rossore sul viso. I piatti dell'hors d'ouvre erano in girò. C'era molta democrazia. Si servivano quasi tutti un po' con la for- chetta e un po' con le mani e non pochi tra una for— chettata e l'altra si mettevano in bocca una fetta di salame e di giambone o una sardina senza pulirla. — Buono, dicevano per ritornare al piattone a farne una spanciata. Rosa ha voluto che mi servissi dal piatto che le a- veva portato la donna prima che andasse per le mani degli altri. Prenditi un pò di quelle tartine alla moscovita che sono fatte dal Cova. Squisite, diss'ella, assaggiandole e mettendone due mio piatto. (Continua) PAOLO VALERA, Dtrettore, GALIMBEILTI GIUSaPpE, gerente reponsabile. stab. Tipografico cif fiorai e Guerrtfil • Via S. Pietro alPOrto. 12, Milano,
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