La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908

23 colosso, un ex soldato di Napoleone I, divenuto poi un gigantesco tamburo maggiore nell' esercito sardo. La bellezza della toto le aveva conquistato un aggettivo che è sceso con lei nella tomba. Nessuno parlava e si occupava della figlia del Vercellana senza chiamarla a La bella Rosina, Con una donna che aveva appena data una capatina nella scuola elementare, un uócno che non avesse avuto il cervello legnoso del duca si sarebbe anno- iato, suicidato in pochi mesi. Vittorio Emanuele più l'avvicinava e più se ne innamorava. Egli era un sensuale e non cercava che i go- dimenti della carne. Quando si seppe ufficialmente che il duca era cotto della bella Resina, il padre del futuro re galantuomo andava dicendo a tutti che non era suo figlio e la madre, che si scordava probabilmente dell'incendio, ripeteva spesici: a Di dove mai S' uscito questo figliolo? È nato per farci disperare tutti quanti l . Nel castello di Racconigi c'era la famiglia legale. Di fuori, a pochi passi, c'era quella illegale. Da questo concubinaggio è nata il 3 di- cembre 4818 una bambina, battezzata col nome di Vittoria Guer- rieri, la quale, a vent'anni, é divenuta sposa di un nobile genovese, il marchese Giacomo Filippo Spinola Grimaldi, colonnello-delle guide, morto nel 72. Subito dopo ella ha sposato il fratello del defunto e non so se ,esista amorfi. La famiglia illegale si è consolidata con la nascita di Emanuele Alberto 'Guerrieri, divenuto anche lui, con l'as- scensione della madre, conte di Mirafiori. Il secondo bastardo ha spo- sato, atleta della sorella, la contessa Bianca Larderel, figlia del se- natore conte di Montecorboli e morto nel 94, dopo di avere gene- rato due figli per perpetuare la razza. Vittorio Emanuele che chiamava questo (asse ménage il suo nido d amore, prima che venisse .dichiarala la guerra ha messo Rosina sulla base della indipendenza economica. Con la paura di morire su qualche campo di battaglia, ha voltili> mettere il cuore in pace. Pin tardi, sempre prima della guerra, le ha dato il titolo (11 aprile 1859) nobiliare sardo di contessa di Mirafiori e di Fontana Fredda e col titolo i :possedimenti che l'hanno resa arciricca. Per quanto lo abbia cercato di impossessarmi di qualche documento per avere un'idea della sua capacita- intellettuale non sono riuscito. Coloro che hanno vissuto intorno a lei non hanno saputo magnifi- carnii che la lussuria del suo corpo. E della sua bellezza non ho dubbi. Perché mi ricordo di averla veduta centinaia di volte a Roma, alla passeggiata, di buon mattino, a piedi, seguita dai due grossi cani da caccia, i favoriti del a padre della patria o passare in coupé coi domestici in livrea nera. La bella Rosina- ha proprio goduto la cuccagna di mungere la vacca della stalla della unità italiana. Dopo due o tre giorni dell'entrata di Vittorio Emanuele ella ha fatto il suo ingresso alla capitale con tutta la famiglia ed è andata a in- stallarsi in una deliziosa e grandiosa villa fuori di Porta Salara, villa rimasta celebre, non solo per la dimora della favorita reafe, ina perchè é dove Vittorio Emanuele l'ha sposata morganaticamente ai 7 di novenahre• 1877. Ila as uto qualehe influenza la contessa di Mirafiori sui destini

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