La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908

22 IL NOSTRO ALMANACCO DI GODA Vittorio Emanuele II e Umberto I con lo loro amasie. Per diminuire la colpa dei re non c'è che metterli al livello de- gl'uomini comuni. Senza quesralla concezione di lixellamento i re- gnanti, gia antipatici perché entrano nella viia come usurpatoti, di- venterebbero -figure orribili o vituperevoli. Perché noi, abituati sgra- ziatamente a considerarli come personaggi direi quasi sovrumani, non sapremmo neanche immaginare la loro discesa negli ambienti- dove si • svolge la lotta per gli adattamenti sessuali. Come Re, Vittorio Emanuele II che ha demoliti Li santa istitu- zione del focolare domestico infliggendo alla niadi.e dei suoi figli la cautela umiliazione di assistere e di approvare la sua incontinenza, i suoi adulterii, i suoi bagordi di insaziabile delib loro di fanciulle, fa schifo. Tutta la nostra tradizione é in rivolta davanti alle vi- gliaccheria della sua carne. Zelo ingigantisco andando al di la della tradizione. Egli aveva innalzato la bandiera del verismo ci aveva accettata la vita, pura o turpe, senza discussione. Vittorio Emanuele percorrendo la stessa strada compiva un delitto di Stato Rovesciava o insudiciava una delle più venerate istitutizioni della sui dinastia. Faceva male a lutti sapere che il gran re che parlava con Cavolo, che affiggeva nei proclami la sua fede unitaria, affermando di av, re sentito il o grido di dolore o, che aveva fatto voto sulla tomba del suo « magnanimo Genitore o di impugnare le armi per « difendere • il trono e la libertà dei. suoi popoli., corresse poi dietro. le gon - nelle come l'ultimo dei satiri o degli individ i che avessero penuria di donne. I cortigiani o gli uomini di Stato intorno a lui arrossivano come i cortigiani o gli uomini di Stati di Luigi XV. E come loro, fra i due mali, scegli vano il minore, quello di vederlo accasalo con una fissa, stabile, che potesse essere chiamata la f ivorita del re. La nostra Du Barry non era stata per le vie con la cassetta di chincaglierie a offrire ai passa»ti cordoni di orologi, tabacchiere di avorio, false perle e brillanti decorativi, ma apparteneva anch'essa agli strati inferiori. Era una contadinotta che si sviluppava inera- vigliosamente. Ci sono persone ancora vive che l'hanno veduta a piedi nudi, con i polpacci sodi impiastrati di palla, con i fianchi che pareva scoppiassero di salute e con il seno che usciva rosso e. duro come il melograno salvatiro. Vittorio Emanuele era ammogliato da pochi anni e per distrarsi della vita monotona di Racconigi dimenticava, 'come ho detto, la « buona Maria Adelaide i per quelle che gli accalappiavano i regi lenoni. Si é notato che in quel tempo il suo occhio libertino po- sava sovente sul corpo spettacoloso di una glovinottona che sorrideva e civettava quando passava dalla sua casetta. Si diceva che il figlio del macellaio, che la gente chiamava principe, fosse innamo- rato della Calo di un suo fattore; di Giambattista Vercellana, un

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