La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908

20 per i rapporti e le relazioni daziarie. Su questo punto si è fatto un gran chiasso e l'avv. Mussini lo ha negato anche al processo Io non ne vedo il male. Un assessore deve potersi valere dei di- pendenti competenti in dati casi senza suscitare scandali. Io al posto del Mussini l'avrei proclamato un mio diritto. Ma gli accu- satori hanno trovato indelicato che il contradditore delle proposte del direttore fosse il Bianchi. Così si giunge al elmo della crisi. La Giunta è decisa a liberarsi 11 Rossini. E il Bianchi invita la Giunta a riconoscergli quello che egli chiama un atto di giustizia ',o il suo diritto. La Giunta ha fatto un ragionamento che ha giovato grandemente ai suoi avversarli. Per non mettere sul lastrico, come si diceva già, sui giornali, il Rossini, lo si invita a domandare una proroga di sei mesi per dar modo alla stessa Giunta di trovargli un posto nella amministra- zione comunale con lo stesso stipendio e di uscire dal pasticcio con la proposta di abolire il posto di direttore del dazio e affidare tutto all'ispettore con lo stipendio del direttore. E così si è fatto. Si è nomi- nato il Rossini, con lo stesso stipendio, revisore dell'amministra- zione daziaria e sane è data la direzione al Bianchi, senza chiamarlo direttore, pur dandogliene lo stipendio. Questo atto che gli autori credevano di conciliazione è stato per i nemici, la conferma del « patto., patto che all'udienza ebbe per testimonio il signor Ve- nanzio Patti, sindaco di Cava Menare, il quale, con la mano sul cuore, dissodi aver udito nell'anticamera dell'avv. Predieri queste parole : « Se voi — diceva l'avvocato al Bianchi. ispettore — sa- rete compatti nel votare la. nostra lista, lei sarà ricompensato e avrà migliorata la posizione. L'uscio. era socchiuso e l'avv. Pre- dieri è fratello del dott. Predieri, assessore, il quale anche lui avrebbe detto sul licenziamento del direttore del dazio: Per noi è questione di vita o di morte. Ora se si aggiunge che due membri del partito moderato si sono ritirati dalla commissione d'inchiesta, che nella relazione c'erano delle inerzie inesatte sul direttore condannato dai tre dellanommis- alone e che il sindaco Giovanni Vidari, prof. di filosofia, aveva dato le dimissioni appunto perchè il Consiglio Comunale aveva respinto il suo ordine del giorno tendente a confermare il sig. Rossini al posto di direttore del dazio, si può capire il verdetto che ha assolto il dott. Boerehio che ha chiamato i padri coscritti, per parecchi giorni, • i disonesti ». La conclusione diluite questo putiferio Che il soggetto della bega è direi,quasi senza importanza e che i rappresentanti dei partiti estremi, pedinati, spiati, controllati non devono mai com- mettere imprudenza, poichè qui non si tratta che di imprudenze o

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