La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908
19 nominandovelo per un biennio di prova. I precedenti di costui sono dodici anni di sei~ negli uffici daziari di Siena e due anni di direzione nella azienda di Viareggio, una cittadina di poca importanza nella provincia di Lucca. Secondo gli avversarli, il Bianchi si sarebbe legata al dito la man- cata promessa e alle elezioni del 1906 con l'aiuto dei capi partiti sa- rebbe riuscito a mandare al potere i radicali e i socialisti alleati. C'è perfino chi dice che fra gli alleati ci fossero clericali della tinta degli uomini dell'Avvenire come c'è gente del partito sconfitto che giura che nella vittoria degli alleati c'era il « patto » di dare il poeto di direttore daziario al dottor Carlo Bianchi ido- latrato dalle guardie alle porte cittadine. 11 sottovoce che correva era che ci fosse « una cambiale elettorale », una pastetta, qualche cosa di simile. E al processo per provare' che c'era il « patto » di dare il poeto di direttore al Fianchi come un'offa elettorale, è stata citata una let- tera dell'on. Montemartini, la quale diceva presso a poco: „Ho com- messo un atto di viltà a non indurre gli amici a dare il posto di direttore del dazio al Bianchi. Ma oggi mi sono convinto che egli a quel posto aveva assolutamente diritto e perciò approvo che- la Giunta abbia ottenuto dall'attuale direttore una proroga che per- metta di rendere giustizia al Bianchi. Prima che scadesse il biennio del Rossini, c'è stato una com- missione composta dell' ing. Franchi Maggi, del dottor Luigi Montemartini, deputato di Stradella e dell'avv. Ercole Mussini, as- sessore del dazio. L'opinione del Montemartini e del Mussini sul direttore del dazio era già nota. Si sapevano contrarli alla sua con- tinuazione. E perciò gli accusatori barino dato loro dell'indelicato. È parso a molti Che non avrebbero dovuto accettare di far parte di una commissione d'inchiesta inutile. Sarebbero stati più cor- retti se avessero insistito per il licenziamento del Rossini, il quale non è certamente una cima. Il Bianchi è anche lui biasimato per- chè si è fatto scrivere o è andato a frugare nei precedenti e nella vita passata del Rossini per affrettare la soluzione del posto. E cosi si è letto una letterina di un compagno che diceva: P sempre increscioso fare certe parti (procacciare informa- zioni delicate) ma contentiamo gli amici e stronchiamo i ne- mici! Con noi non usano riguardi costoro ». La Commissione ' ha studiato e concluso che il signor Terenzio Rossini « non ha dato tali prove di sè nel disimpegno delle importanti mansioni a lui commesse che consiglino, nel precipuo interesse dei Comune la di lui conferma definitiva a direttore del dazio consumo ». Fra le accuse che si fanne all'avvocato Mussini di avere sempre favorito la causa del Bianchi è pure quella di essersi servito del Bianchi
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