La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908
10 anche me. E siccome non si vuoi assolvere, cosi si affibbia senza tanti scrupoli 30 ANNI AD UN INNOCENTE. —Perché, gli ha domandato il compagno di cella, non si sa- rebbe potuto assolvere Naldi e condannar lei? — La questione è semplice. Metta il fatto alle 6 112 o alle 24 112 e tolga di mezzo Naldi. La perizia medica d'accusa si basa sul preconcetto che i colpevoli fossero due. E l'accusa contro di me ai basa sulla reità di Naldi che non sussiste e che il pubblico sente non poter sussistere. La condanna mia implica per necessità la condanna di Naldi: i giurati di Torino non volendo credere a me per la suggestione giornalistica, condannarono Naldi a 30 anni per rendere logico il verdetto. Se oggi c'è presunzione di reità contro di me, quando un giorno avessi la fortuna di trovare giu- rati coscienziosi che ponderassero sulla reità di Naldi, allora su- bito, escluso costui, la presunzione contraria alla versione da me data si muterebbe in presunzione favorevole : poiché, lo ri- peto, togliendo Naldi, tutto l'edificio si sfascia. E allora ? Come spiegare la risposta di Saldi, quando il presi- dente gli domanda se crede che la sentenza di Torino sia stata ingiusta per lui? — Ingiusta per lei? — No, non ingiusta in mio danno, porchè credo di aver meri- tata la condanna; ma ingiusta per Tullio Murri che so inno- cente. Poco dopo ripete: Ho già detto che io fui bene condannato. Ho accusato l'Occhi perché durante gli accertamenti sul luogo del delitto fu trovata l'orma di un piede che si attribuì a Tullio Murri. lo, per scagionarlo, sapendo che non c'era.... Così abbiamo due condannati a 30 anni che si .scagionano > a vicenda. Tullio Murri che seguita a dire che è lui che ha ammaz- zato in rissa il conte Bonmartini e Pio Saldi che dichiara di esserne 'lui autore perché Tullio è innocente. Chi dice la verità? E perché si continua a ingarbugliare la matassa? 0/ivieri. 00 Che birboni di cattolici! Stanno facendomi diventare antipatico anche il primo maggio. Vogliono indurre i lavoratori a eginoc- chiare per le chiese e a supplicare il Signore a farli dimenti- care clifi nella giornata proletaria è il germe della ricostruzione sociale
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