La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 14 - 16 aprile 1908

30 Io tacqui. Lui fece una lunga pausa senza staccare gli occhi dalla pietra. — L'hai trovato fra i libri, non è vero? mi disse egli precipitando le sue mani sulla mia e torcendomela come se le sue fossero di ferro. Ciò che è fra i libri è roba mia: ladro! Non feci sforzi anche perché mi sentii come soggio- gato da quell'omino che aveva condensato negli occhi dilatati la sua delinquenza impetuosa e nell'increspatura della carne intorno al naso, la rapacità di cui era tutto impregnato. La mia resistenza lo avrebbe fqxse spinto al delitto. Nel momento in cui mi torceva la mano il sangue gli si rimescolava e gli dava una forza d'ag- gressione straordinaria. Si sarebbe detto ch'egli fosse violentato da una corrente che egli non poteva che seguire. L'anello gli restituiva la fisonomia di prima e lo rimandava allo scrittoio ad ammirare la sua con- quista ché rifletteva la sua luce sulla ricchezza dei peli che andavano a perdersi sotto il tunnel del suo mani- chino. La sorella in fondo mi faceva segno di non dargli ascolto e di portar pazienza. Erano i suoi nervi che facevano di lui un bruto. Ed era vero'. Pochi minuti dopo egli era come pentito. ridisceso dal suo sga- bello alto ed è andato innanzi e indietro, fermandosi di tanto in tanto a encomiare la mia calligrafia e a battermi sulla spalla per manifestare la sua compiacenza per il mio lavoro. La sua coscienza non era però tranl quilla. Perchè poco dopo è ritornato con un librone in mano dicendomi: — Tu mi avevi domandato il permesso di leggere il memoriale di Sant' Elena, non è vero? È un libro tradotto da un ottentotto e il protagonista ha dissemi- nato troppo militarismo per il mondo e le sue vittorie sono costate troppi torrenti di sangue perché il suo nome passi nella memoria dei giovani. Ma io non mi metto fra i tuoi desiderii e te lo regalo. • Era un pezzo che mandavo giù la voglia di entrare nella camera cerebrale dell'uomo che prendeva i regni mostrando il famoso cappello e conduceva gli eserciti