La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 14 - 16 aprile 1908

19 Sabato -SS maggio, nella cappella dell'Istituto, ai celebrava una commovente funzione. La superiora Suor Giuseppina (udite! udite!) e le sue consorelle, dopo aver fatto gli esercizi spirituali per IO giorni; per dimostrare la loro perfetta sotto- missione ed obbiúltenza ai desideri dei superiori ecclesiastici, modificavano l'abito religioso, vestend000 uno completamente nero. Compiva la religiosa funzione il delegato della Veneranda Curia, teologo ' .21>a " festa bs'ingi:oitervennero parecchi sacerdoti e molto signore che benedirci. Iddio per la grazia grandissima ottenuta, augurando al rmascente Istituto un avvenire ricco di opere grandiose di zelo e di carita. E quest'altro è del Momento del 3 giugno 1905. Questo che do loro è un ritaglio, ma ho qui nella borsa una copia auten- tica del giornale. Vedano loro se il dubbio è possibile. La sottomissione di Suor G. Fumagalli. I nostri lettori non avranno dimenticato quanto occorse, or non molto, a Suoi; Giuseppina Fumagalli, superiora dell'Istituto delle Suora della Consolata, che ha sede m via Galvani n. Il. Questa si é finalmente riconciliata con l'au- oorità ecclesiastica. Suor Giuseppina Fumagalli, colle sue consorelle, dopo aver fatto gli esercizi spirituali per dieci giorno, per dimostrare la sua perfetta sottomissione ed oli. bedienza ai desideri dei superiori ecclesiastici, modificava l'abito religioso ve- stendoue.o completamente nero. La commovente funzione, alla quale assistettero parecchi sacerdoti e molte signore, fu compiuta nella cappella dell'Istituto suddetto dal delegato della Reverenda Curia, teologo Giuseppe longo. E credete, o signori del Tribunale che state giudicandomi come falsa monaca, che io abbia aperti i miei « istituti e senza auto- rizzazione, senza incoraggiamenti, che dico? senza le approvazioni dei più alti dignitari della chiesa? La falsa monaca fece una pausa con un'interruzione che rac- chiudeva il Suo fiele bigotto, la sua ironia conventuale. Interrogate, disse ella, il venerando don Bosio, citate don Bosco, e l'uno e l'altro vi diranno che sono stata pregata, supplicata da loro ad aprire un ricovero per le orfanelle povere. Mise una lagrima nella voce e con un singhiozzo e un gesto che volevano dire che Dio punirà i suoi calunniatori, si rac- chiuse in sè stessa meditabonda. Dio è giusto, o signori, e Dio è con me. Fate venire, o illu- strissimi signori, il cardinale Parrocchi.... cito un'eminenza..., e lui vi dirà che mi ha benedetta come « reverenda madre supe- riora ». E se non vi basta aggiungete il canonico Garelli e lui pure potrà dirvi di avermi suggerito di seguire la « voce di Dio», la mia guida, la mia ispiratine, la mia consigliera, la padrona dell'anima mia. Ossessionata che il signore Iddio é l'ispiratore di tutti i suoi movimenti, essa stava sul banco degli accusati del Tribunale di Torino con l'aria della santa, della martire, della vittima della cattiveria umana. Quando le sue accusatrici cercavano di ap- pannare i suoi sentimenti religiosi descrivendola come una ladra e una simulatrice, tutta la sua bocca di bascicatrice di orazioni si riempiva di scherno. La fulgore della sua vendetta era nelle mani di Dio. E' in quel momento che è stata colta dal foto- grafo della penna,

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