La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 14 - 16 aprile 1908

16 La Giuseppina Fumagalli che ha capito il sistema cattolen- ghiano, invece di fare la fattucchiera con il gioco delle carte — con i chiari d'uova nel bicchiere d'acqua per rivelare alle oziose e alle squilibrate e alle fatue i loro destini — mestiere che esige un po' di fantasia, è andata dove l'intelligenza è un imbarazzo. 11 civettone del e venerabile servo di Dio e della piccola cas della divina provvidenza e è sempre stato il mostro, il disgr ziato che ha la testa o le gambe o i piedi ingrossati dall'e' - fantiasi o la faccia divorato dal lupus o che è assecchito dal a pellagra o àfigurato o reso orribile da qualche malattia pesti- fera. Il civettone della Fumagalli è la bimba. La bimba ische- letrita, abbandonata, trascurata, male elevata, malvestita com- muove, intenerisce, agita, slaccia le borse più restie, lascia credere a una missione santa. La madre compunta e chiusa nel dolore tragico per la puerizia condannata ai patimenti da una società laica e spietata, la donna pia che nel nome del Cristo che ha amato i fanciulli si sacrifica — sacrifica pace, cuore, tempo e vita — per risparmiare a tanti innocenti i giorni neri nei tuguri squallidi, assume l'aspetto di una Niobe che si lacera il petto per nutrire col proprio sangue i figli degli altri. E' la madre dei romanzi vittorhughiani che mangia l'erba e dorme sul nudo terreno, sotto la pioggia o in mezzo al vento, con la gonnella tutta a brandelli per riprendere domani il cam- mino e andare alla ricerca delle figlie perdute, delle fanciulle che piangono, delle piccine che cercano invano con le manucce il seno materno. ' E' in nome di questo grido pietoso che la Fumagalli ha fatto breccia, si è fatto largo, ha raccolto denaro, ha traslocato dalle due stanze nelle sei, dalle sei in un vasto appartamento con giardino, dall'appartamento in una casa intiera, da una casa in più case, comperando intanto, lei pitocco, lei prima abituata alla stamberga, un pezzo di terreno del valore di trentamila lire. Il profilo della ciurmatrioe. E' nata 11 19 settembre 1848. Il suo vero nome è Pasqualina. Non si è mai saputo il perché lo abbia sostituito con quello di Giuseppina. Fino ai ventisei anni è rimasta a Gassano d'Adda, contadina coi genitori contadini. Quantunque la sua coltura non le permettesse di leggere che malamente, pure nutriva l'ambi- zione di farsi monaca. Senza quattrini e senza corredo non si sa con quali mezzi sia andata in Francia, come la Francia sia entrata nella sua testa e per quali ragioni vi sia andata e vi sia ritornata parecchie volte. Quello che si sa è che é stata accettata nella casa delle « suore del buon soccorso » ver gli umili servigi domestici dalla quale è stata licenziata per il suo carattere litigioso e poco adatto alla ubbidienza e alla sommissione. A trentott'anni è in Torino —

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