La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 14 - 16 aprile 1908

IO io lo punirei come un cattivo condannato, che non sa dar segni •', di ravvedimento. Immaginate ora che cosa debba fare, dire, fingere un con- hannato — sotto tali direttori — perché questi si risolvano a ffichiarare ch'egli ha requisiti voluti dalla legge, per essere ammesso al godimento del beneficio di liberazione condizionale. Si aggiunga che i Direttori dei penitenziari dal cuore incarta- pecorito dai dolori e dalle sventure in cui e • per cui vivono, hanno perduto ogni retta nozione non solo di giustizia e di equità, ma delle stesse sofferenze e miserie da cui sono circoli.- dati.- la nozione stessrf di liberta. Un anno più, un anno meno, che conta per essi? Che gran beneficio gli è poi, questa libertà che tutti chiedono, bramano, sospirano, piangono? Perciò essi non si dànno cura alcuna per affrettare la libe- razione di uno sventurato. Parole ne ho dette assai: ora alcuni fatti. li condannato R. nel reclusorio di Fossombrone dal luglio del 1907 acquistava i requisiti voluti dalla legge per ottenere la liberazione condizionale. Presentò istanza alla Direzione del penitenziario il 1° agosto detto anno. La Direzione non trovò il- tempo di radunare il Consiglio di disciplina che il 5 gennaio 1908: il febbraio successivo veniva firmato il Decreto di liberazione il quale impiegò altri undici giorni prima di giungere alla Direzione: al condannato vennero aperte le porte del carcere il 23 febbraio. Egli aveva scontato sei mesi di carcere più del necessario-. Sei mesi! Si fa presto a dirlo! Ma questo è ancora uno dei casi in cui un disgraziato può dirsi fortunato. S. M. di Salila due anni or sono aveva diritto alla liberazione condizionale. Presentemente, si trova ancora in carcere, senza sapere che cosa sia avvenuto della sua istanza. Avendo potuto clandestinamente avvertire un avvocato di Catania, di questo fatto, si ebbe questa risposta: — Feci una quantità di ricerche ma nulla si -sa alla Procura Generale di vostra istanza per ottenere la liberazione: presen- tatene tosto un'altra alla Direzione del penitenziario, quindi avvertitemi perché io possa farvela appoggiare; perché è della liberazione condizionale come delle grazie: bisogna pressare, ungere, e qualche cosa d'altro. 11 B. M., che per un caso ebbe la risposta dell'avvocato, cioè per negligenza di chi deve leggere la corrispondenza dei reclusi, presentò al Direttore una nuova domanda, ma se la vide respinta,

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