La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 14 - 16 aprile 1908
lo Dal giorno che vedrà la luce quell'uomo, correrà la cronologia nuova dell'Umanità. Egli caccerà la mano inesorabile nell'orrida piaga. Egli strap- perà il cuore fumante all'idra nera. Egli inventerà supplizi che spaventeranno l'ombra del re Mezenzio. Egli avrà per motto questa sola parola: Implacabile! I preti!!! Ma che non la si possa svellere dunque mai, dalle barbe, d'un colpo, questa gramigna schifosa, questa infame progenitura degli auguri, questa raZza bastarda di druidi in cotta nera, questa pianta scellerata di mancenigliere che ammorba l'universo? Che attendere da una società che tollera dei preti nel suo seno? Che dire d'un popolo civile, che, dalla culla al letto di morte, si dondola in braccio a queste arpie, a cui sacrifica tutto, dal libero uso della propria intelligenza fino alle carni sode dei suoi ragazzini? I preti!!! • Ma cento volte beate le selvagge tribù ignote ancora al mis- sionario, quei tratti d'unione fra la bestia e l'uomo, che vivono senza troppo saperlo, ma senza preti, almeno! Ma giù la civiltà, giù il progresso, già la verità, la giustizia e l'ideale... se volete vivi questi rettili neri! Ma servi, dunque, suda e sta' zitto, miserabile schiavo, quando lasci questi vermi immondi serpeggiare impunemente, alla gran luce del giorno, nelle sale dorate e negli umili abituri, alter- nando sull'orme loro la bava ed il fiele, stuprando i corpi e le idee, contaminando tutto che toccano, depredando tutto che possono, predicando l'amore e seminando sodomia, insegnando il sacrificio e vivendo nel più mostruoso egoismo, promettendo agli ebeti il Wathalla e la poma d'oro, minacciando ai paurosi l'Inferno, e vendendo il perdono del loro Giove a tariffa d'ossa di cani! I preti!!! O fratelli, concentrate nel vostro cuore tutta la possa di odiare, tutta la forza di sprezzare ; fate giuramento di stermi- nare senza pietà questi bubboni che appestano l'aria, questi succia,sangue dei popoli, questi esseri senza nome, raffiguranti le apocalittiche legioni di cavallette dal volto umano! Siate implacabili! Odiateli, questi ragni; odiateli, questi rospi: sono i deformi del genere umano, sono i lebbrosi, gl'idrofobi, sono la pellagra e la ftiriasi, sono il vomito nero e il colèra! Odia il prete, o popolo, odiate il prete, o fratelli di tutto il inondo! Quando sarete giunti all'ultima chierica, state sicuri, trove- rete, ancora in qualche parte l'ultimo proletario, l'ultima vit- tima... Schiacciate rinfanie, o fratelli... Implacabili! ETTORE ISASCA.
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