La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 13 - 9 aprile 1908

carcere come un diffamatore. E se vi va ci, penserà il proleta- riato a farlo uscire. Siamo intesi. **i! Le idee di questa mia vetrina settimanale sono sfiorate nel- l'articolo sui processi contro i ferrovieri che troverete in questo numero. Leggendolo i lettori si convinceranno che è proprio una ne- cessità di disarmare il soldato, il questurino, il carabiniere e la guardia di città nei servizi di polizia. C'è in loro troppo sangue riottiiso, troppa ignoranza, troppo istinto felino per non correre con la mano al grilletto che fa scattare il cane del fucile per una parola a rovescio o un braccio agitato come una minaccia o una sassata tirata dalla collera o da un birichino che si trova nella folla. Se noi studiamo le commozioni di questi ultimi anni troviamo che è sempre il fucile della forza armata che le ha prodotte. La presenza dei monturati nelle contese economiche finisce ogni volta con gli spargimenti di sangue. A Serra, senza i soldati e quel criminale di Lionello, sette « villani » sarebbero ancora vivi. E il sangue degli innocenti agita l'anima ingenua e buona del popolo. E l'agitazione o la protesta contro gli eccidi inutili é un moto di ascensione sociale. E un fremito incoercibile della civiltà moderna, è l'anima umana che scoppia in tanti comizi. Io ho fiducia che questo decennio avrà il suo storico, sia pure borghese. E se lo avrà sono sicuro che metterà tutti i fraticidii di questi tempi sulla fedina criminale dei ministeri che si sono succeduti senza evolvere Lo stesso sciopero generale di 200,000 la- voratori del '904 è il risultato di un eceidio. Tutti sanno come è avvenuto. A Buggerru c'è una miniera. l minatori erano e sono coalizzati per il loro miglioramento. Il governo, che vede in _ ogni fatterello proletario la rivoluzione, vi ha mandato i soldati. E il quattro settembre la penna pubblica ha dovuto registrare un altro conflitto fra la truppa o i lavoratori. Le barricate non sono del proletariato che ha la coscienza di classe e la protesta'si è universalizzata con l'idea dello sciopero nazionale. La direzione del partito lo ha sconsigliato e tutti gli ardori e i bollori stavano per spegnersi. Quando corse per l'Italia Che. a Castelluzzo la forza armata aveva compiuta un'altra strage! Il partito si è trovato impotente a incanalare l'indignazione delle organizzazioni e la volontà collettiva si é tramutata in un incrociamento di braccia. Se ci sono colpevoli in questa perturbazione del '904 sono coloro che hanno fatto fuoco sulla povera gente. Disarmiamoli, dunque. Sono disarmati anche in Inghilterra e non casca il inondo.

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