La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 13 - 9 aprile 1908

32 eccessivamente accese. Se mi capita un regalo non lo rifiuto, stai sicuro. E non sono tutti regali le cose che hai vedute? Sono stata timida fino a quando sono ve- nuta in questa casa. Adesso basta. Il mio padrone se mi porta a casa anche un brillante così grosso sa che me lo sono guadagnato. Senza di me, con tutti i patriotti che ha in giro, la sua fortuna sarebbe diminuita, te lo dico io. Io poi gli costo nulla. Se avesse moglie.... Una moglie gli farebbe spendere come dieci, cameriere. Bi- sogna lasciarlo dire a me che cosa costano le mogli dei signori.... Non ne parliamo. E non sono più fedeli delle altre, sai? Su questo non c'è dubbio. Bocca taci, diss'ella. mettendosi il palmo alle labbra. Avrei tante storie da raccontare. Ma non ho tempo, aggiunse guar- dando l'orologio, una: ripetizione d'oro ch'essa teneva nella cintura della- veste. Questa sera c'è pranzo. È un pranzo che egli dà ai patriotti. Se non sai dove mangiare un buon boccone, vieni che ti farò assaggiare qualche quaglia allo spiedo. — No, grazie, le dissi con rincrescimento. Sono ob- bligato a ritirarmi alle dieci se non voglio rimanere alla porta. E poi le distrazioni per me non vanno bene. E tempo .che io pensi al mio avvenire. — Starai mica a casa con la testa fra lp mani, spero, diss'ella, buttandomi sullo schienale con un urto alla spalla. Al Torriani penso io. Mando io ad avvertirlo che ti lasci venire ad aiutarmi. , Me ne andai confuso. .Tutta quella bontà senz'arte, senza sottigliezze, senza egoismi, senza esigenze mi faceva nascere_ un sentimento che non potevo definire. Ero già andato da lei molte volte coi pacchi e tutte le volte me n'ero uscito con l'impressione ch'ella fosse una volgaraccia che avesse stregato il padrone con le sue forme elenfantesche. Invece in un attimo mi aveva schiuso un cuore carico di amicizia senza sottintesi. (Con/iena)

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