La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 13 - 9 aprile 1908

30 sbiaditi e ricamati dalle mosche, abats-jour bruciac- chiati agli orli che pendono dai tubi e strappati all' in- giro o foracchiati in qualche parte. Pareva una casa di vecchie che non si curavano più di tenerla assieme. I tappeti dovevano essere stati di valore. Ma i gatti, i cani, e i piedi li avevano strappati, stinti, inzaccherati, macchiati, sconciati, resi orribili. La cameriera non mi lasciava uscire senza costringermi a bere un vermouth C. un rnasala o un cognac o un bicchiere di vino bianco o rosso. Mi offriva quello che c'era nella bottiglia alla mano. Ed io che ero abituato al cristallo limpido di Emma, vuotavo il bicchiere a poco a poco, con ripu- gnanza. -- Sembra che ti dia dell'arsenico, mi diceva Gio- vanna. La sua stanza da letto pareva un emporio di cianfru- saglie. C'era qualche cosa dappertutto. Crinoline appese ai portabiti, scialli e scialletti sulle poltrone sgangherate e a cavallo degli specchi appannati, busti con le stringhe logore o stroncate o riattaccate dai gruppi, calze lunghe ai piedi del letto, sul letto, sotto il letto, intorno al comò da notte, negli angoli con la biancheria sporca. I cas- settoni dei comò erano aperti, mezzo aperti, chiusi, con un fichu metà dentro e metà fuori, con i <liti dai guanti rimasti schiacciati nella fenditura, con pizzi che penzola- vano come vittime del disordine. I due larghi -catini della toilette erano incrostati di sapone ingiallito e divenuto come una amrnantatura della porcellana. Non si curava di darle aria. Si entrava e si sentivano per le nari odori acri che davano fastidio e Giovanna non si accor- geva delle mie smorfie facciali. Il letto era sempre sfatto. Coltri ammucchiate dalle gambe che si erano alzate sbattendole indietro, cuscini lunghi, l'uno sull'altro, con il solco della testa che vi si era posata, con le guarnizioni della foderetta e del rovescio del lenzuolo. sporche di gocce di caffè sparse bevendolo. La forma del suo corpo pesante era nella profondità del materasso. Le piaceva farmi vedere la sua gioielleria sepolta sotto i nastri, dispersa per i primi cassettoni' dei tre Comò

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=