La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 13 - 9 aprile 1908
27 sue ore, le sue albe, i suoi vespri, e le sue funzioni e elettorali » a comodo del canapanaio. I paesani berciano un po', vanne qualche volta su le ferie, ma poi riprendono tatti la stradicciuola della loro casetta-settore. Vi ricordate l'antigiolittismo dei sonniani ? Cose serie ! Dal titolo « testa di legno,' — di bronzo, prego — a quello di uomo pericoloso per le istituzioni, specie per la monarchia — il primo che lo pronunciò fu Crispi -- i sonniniani hanno menato una tremenda campagna contro l'omaccione di Dronero. E poi?! Apriti cielo del buon senso! Abbiamo veduto Sonnino, pochi giorni fa, votare per Giolitti, nientemeno che a proposito • del- l'insegnamento religioso. Fulmini estetici di Filippo Turati, naturalmente, sulla Critica Sociale, ironie, satire, sarcasmi, commenti di tutti i sapori; ma il fatto è' il fatto. Sonnino è d'accordo con Giolitti. Siamo ad uno dei capi eccezionali di ricombinazione degli opposti. Il chi- mico non ci capisce più niente. Chiamate l'alchimista. Nelle faccende Nasi c'è chi dice che Giolitti c'entra per qual- che cosa. Naturalmente — vedete enorme fortuna che tocca a que- st'uomo! — nessuno si è permesso, eccetto i siciliani, di profes- sione nasiani, di scriverlo su per Lgiornali. Sfido io! li il Senato che ha giudicato, selezionato prima di tutti coloro che potevano parere sospetti, anche a un chilometro di distanza. Come si può mai dire e scrivere che Giolitti abbia premuto sulle fronti austere dei senatori italiani? Giolitti è stato muto, quieto, monotono, manimauthiano come sempre al suo posto. Nasi è stato con- dannato. Era veramente il suo antico famoso pericoloso com- petitore al governo? In questo caso se lo è levato di mezzo, senza fare un passo. Non lo era. E in questo caso, é falsò che, regnando Giolitti, in Italia non si possa compiere un coraggioso atto di giustizia e dare l'esempio morale definitivo. O fortunato e beneficato senza intrigo o vendicato, ecco là un uomo che ha sempre ragione. E chi ha torte è quel disgraziato di Parlamento e quel di- sgraziatissimo paese. Perchè Giolitti fa del Parlamento una certa cosa•che par utile a tutti, a chi per un conto ed a chi per un altro, mentre, in realtà, la fantasmarica vita parlamentare paralizza il paese. Perché sotto Giolitti lo Stato non è nè laico né clericale, nè popolare né di reazione, Perché Giolitti contenta tutti, contentando un po' tutti, rimpicciolisce le iniziative dei grandi dibattiti a meschine 'competizioni di gruppi, e riesce a far apparire, sotto la figura di un credente in qualche cosa di vecchio o di nuovo, sull'altro che il movente di un tentativo di conquista della maggioranza — a scopo di governo, direbbe Tito Livio Cianchettini. L'Italia ha qua e là 'molte energie nuove, proletarie, grande e piccolo-borghesi. In Parlamento l'Italia par sempre la \stessa di venticinque anni fa. Ferdinando Martini vi può ripetere il
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