La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 13 - 9 aprile 1908

giava, o uccideva, o massacrava e stesa sempre ragione. Ha messo da una parte i ventisette carabinieri col maresciallo e , colle otto guardie di città, e dall'altra i 2000 operai, e poi dal numero dei pochi contro i molti, ha trovato che è «state una necessità il far uso delle armi ». E' il computo di Bava Beccaris. l'in folla di operai diventa una folla di assassini! «II solo numero di quattro feriti (che cosa ne voleva?) in rapporto a quella massa di popolo induce a credere (in materia giudiziaria le induzioni sono delle persone senza cervello) che i colpi esplosi, non furono diretti contro la folla, che non si aveva intenzione (E che ne sapete voi? Badate ai fatti) di ferire, ma di intimorire. E difatti se tutti i 65 colpi esplosi fossero stati diretti contro la folla, ben pii' triste conseguenze si sarebbero lamentate. » (Bella scoperta!) E cosi egli ha concluso dichiarando il solito non luogo a procedere contro i carabinieri De Simone Aniello, Peti ni Pantaleone, Venimmo Ono- rato; Parrettini Pietro, Andreucci Ferdinando, Zuliani,Domenico, Barelli Edoardo, Donati Antonio, Dosiate Francesco, Valenti Cristiano, Greggio Carlo, Badepente Santo, Salari Giovanni, Trento Pietro, Zampieri Nicola, Arrigoni Giovanni, Conniani Luigi, Uva Antonio, Occhipinti Gaetano, Usai Paolo, Usai Carlo e Amoroso Carlo e per aver agito giusto gli articoli di legge ». Per dimostrare che il conflitto è della immaginazione non ho che da ricordare che lo stesso giudice istruttore non ha mandato al processo che due dei cinquanta accusati e anche loro per la inezia di qualche insolenza e di qualche sassata. Dopo tanti eccidi compiuti dai soldati e dai carabinieri la notizia è andata in pubblico come uno spavento e in mezzo agli operai come un'agitazione. Nessuno si sentiva più tranquillo. La sollevazione cerebrale é stata simultanea. Tutti hanno sen- tito il bisogno di gridare basta! La Camera del Lavoro si è l'adunata d'urgenza la stessa sera. 11 salone pareva una fornace. Vi si soffocava. L'esasperazione era in tutti i cervelli. Ci sono state frasi funebri e frasi commosse. E' stata un'esplosione col- lettiva. I ferrovieri presenti hanno aderito allo sciopero di pro- testa e subito dopo, nella stessa notte; lo si è proclamato, per la loro classe, nel salone di San Gregorio. L'abbandono dei treni e delle stazioni è avvenuto alle dodici pomeridiane del 12. I processi. Il materiale di denuncia è stato inviato al procu- ratore del re dalla direzione compartimentale delle ferrovie dello Stato. E' una denuncia di undici pagine che io trascrivo. e In seguito alla proclamazione dello sciopero generale avve- nuto in città, a titolo di protesta nel conflitto fra operai e forza pubblica verificatosi al passaggio a livello di Pietrasanta, il personale ferroviario qui residente inscritto al sindacato dei ferro- vieri italiani portò la sua adesione alla Camera del Lavoro. « Risulta che i principali istigatori dello sciopero furono il

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