La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 12 - 2 aprile 1908

di parole, qualche volta, dimezzate dall' ocehia.ta dei nostri aguzzini. Sono dunque obbligato a riassumere la tragedia che si svolge a insaputa di tutti in una casa di pena spaventosa. « Io sono di Piedicavallo„ nel circondario di Biella, provincia di Novara. Nove anni sono, in quel mio paese, é stato commesso un omicidio. Ci sono momenti della vita che non si possono spiegare. L'assassinato aveva litigato, alcuni giorni prima, con me e col mio fratello. Il litigio non aveva avuto seguito. Ci eravamo rappattutnati in giornata. Il morto aveva una figlia. che amoreggiava con un giovanotto riottoso, turbolento, capace di qualsiasi eccesso. lo non posso dire se sia lui l'autore dell'as- sassinio. So ch'egli se n'è andato, più che in fretta, in America e che la polizia, facendo una perquisizione in casa sua, ha tro- vato delle armi sanguinolente o con dei grumi di sangue. che vennero dichiarati dai periti grumi di sangue di bue e di maiale. Silvio Vaglio, mio fratello, era andato, come tutti gli anni, a lavorare in Francia. L'alterco tra noi e la vittima è diventato direi quasi, una prova. Io, Bianco Vaglio, sono stato agguantato e accusato di complicità nell'omicidio. Si è fatto il processo. E alle assisie di Novara hanno condannato il mio fratello, contu- mace. alla pena dell'ergastolo e questo povero diavolo che parla a diciotto anni di reclusione « come complice necessario ». Sotto le mie lagrime, credevo di morire. Non appena mio fratello seppe della sua condanna, è ritornato in Italia, si è presentato alla autorità giudiziaria, lo si è pro- cessato alla stessa assise ed è stato dichiarato innocente. La giustizia è in un angiporto. Non ha uscita. Se è innocente mio fratello, come posso io essere « complice necessario? » Di chi ? Ecco il dilemma. Dilemma che diventa sempre più insolu- bile cogli anni che passano. Ho ricorso alla autorità, giudiziaria, al ministero, alla clemenza sovrana e so che al mio paese i cittadini si sono quotati per inviare l'av. v. Guelpa a Roma con un memoriale al guardasi- gilli a perorare la mia causa. Il risultato? Eccolo: sono qui da più di otto anni. Ho tre figli e moglie e la giustizia, invece di do- mandarmi scusa, invece di indennizzarmi per le miserie che mi ha inflitte, rimane indifferente ai miei dolori e alla mia condizione di recluso ». Ho lasciato Fossombrone, quando Bianco Grato Vaglio era di- ventato tetro. Non parlava quasi più. Era molto se mi rispon- deva con un monosillabo. L'Ex RECLUSO. Nell'articolo di Papiliunculus su De Amieis è stato stampato estimazione per alternazione.

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