La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 11 - 26 marzo 1908

24 porta tutti gli autori che sentivano la vita milanese nella gran- diosa e molle e fascinosa e spigliata e satirica e ironica e su- perba lingua milanese, come l'ha chiamata il Manzoni. Perché il genio incompreso o lo stupido che arieggia il grand'uomo con le truccatore ferravillane creava un tipo che si sarebbe impa- dronito del teatro a furia di piene teatrali e avrebbe dato un la proprio alla compagnia e agli autori. El ur P(171el'I • El Gevrasin. El Tecoppr, El P,drin, El cia- dech Finocchi, El Massinelli, ecc., ecc, hanno ridotto gli attore a guitti che circondano e fanno luce al superuomo. Nessuno ha potuto più scrivere. Le vere commedie non po- tevano gareggiare con le scene ferravillane a soggetto. Così i Duroni, i Cima, i Tronconi, i Fontana, gli [Dica, i Ber- tolazzi e tanti altri hanno dovuto a poco a poco disilludersi e abbandonare una piattaforma divenuta impossibile. Camillo Cima che è stato l'iniziatore delle produzioni milanesi e che ha scritto capilavori come la Festa de San Lagna con e la Donzella de cib Bellotta, dopo tante lotte ha dovuto piegari e morire nel giornalismo umoristico.

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