La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 11 - 26 marzo 1908
8 dimento infantile, procurandosi cioè le azioni per avere la maggioranza e facendosi rappresentare da teste di legno, che figuravano proprietari di migliaia di azioni!! Gli amministratori invece di perdere hanno così fatto un buon affare. Le azioni furono ridotte sul mercato alla vigilia dell'assem- blea a L. 100 e anche meno. Nessuno più voleva le Bancarie! Acquistando le azioni gli amministratori si assicuravano lasso- lozione dell'assemblea e facevano un buon affare perchè essi sapevano che la situazione, per quanto disperata, assicurava sempre alle azioni un valore superiore a quello cui erano quo- tate ultimamente in borsa. Il ribasso era la fortuna degli amministratori e i ribassisti entravano nel consiglio di amministrazione a bandiere spiegate e a tamburo battente! E così, colle azioni delle cauzioni, colle azioni acquistate al ribasso, colle azioni acquistate a riporto, colle azioni avute a prestito, fu possibile agli autori del disastro burlarsi di tutto il pubblico degli azionisti! All'assemblea le vittime strillarono, urlarono contro l'incapacità, la temerarietà, la mala fede, recla- marono la luce, ma gli amministratori tapparono loro la bocca colla votazione: 97,330 azioni avevano ragione di ogni pretesa degli esigenti e dei malcontenti. Quando si ha la pretesa di diventare azionisti si deve conoscere la legge. Ora il nostro codice concede nelle assemblee delle società commerciali alla maggioranza delle azioni il dispotismo più illimitato, anche se la maggioranza è composta dagli amministratori. Voi direte: ma è possibile che quando si tratta di giudicare e deliberare sulla responsabilità degli amministratori si falsifichi la deliberazione dell'assemblea, la volontà della inaggioranza ? Io so che il codice per le adunanze che precedono la costitu- zione della società dà un solo voto a ciascun sottoscrittore qua- lunque sia il numero delle azioni sottoscritte. So che nei paesi civili, dove le piraterie trovano un freno nella legge, gli am- ministratori i quali si procurano una maggioranza artificiale nelle assemblee sono considerati colpevoli di corruzione, so che in Austria chi si serve di azioni che non gli appartengono, spac- ciandosi falsamente come proprietario, incorre nelle più gravi sanzioni. So che in Germania vanno alla reclusione i banchieri che votano nelle assemblee generali con azioni non possedute realmente, gli amministratori che si procurano una maggioranza fittizia o fraudolentemente formata. So tutto questo e pensando al disastro e all'assemblea degli azionisti della Bancaria del 24 febbraio 1908, approvata con de- creto 27 febbraio dal tribunale, non posso a meno dall'esclamare a proposito delle teste di legna che votavano il plauso al con- siglio di amministrazione che aveva perduto 43 milioni: « ecco degli uomini che possono dirsi fortunati di essere nati in Italia, giacché se fossero in Inghilterra, in Germania o in Austria a quest'ora sarebbero sotto chiave!
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