La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908
4 regalarlo all'appaltatore che gli avrà unto, s'intende. le mani, Ha tollerato per degli anni i Poli, i Miaglia, i Frascara, i Pan- taleoni. Tollera i Veneziale. « *« La mentalità degli ambienti pubblici è bassa. Nessuno ha la coscienza del proprio dovere, nessuno sente la dignità del posto che occupa. Nasi non è possibile che in mezzo a una burocrazia di valletti, di lacchè, di servitori, di guatteri, di gente abbietta, corrotta, capace di tutto. E il documento dell'abbiezione buro- cratica lo ha servito ieri l'altro al pubblico del Giornale d' Italia un senatore che il quotidiano chiama illustre. Egli ci dice che certi spunti di narrazioni, certi dialoghetti tra l'imputato e i testimoni, certe letture di documenti e certi nomi che aleggia- vano nell'aria senza che alcuno li pronunciasse hanno lumeg- giata foscamente « una triste pagina della nostra politica 5 della nostra amministrazione civile, scolastica e giudiziaria ». Udite: e Funzionari dello Stato, e tutt'altro che minimi, che pare- vano, al processo, colpiti da improvvisa amnesia, se pure non proclamavano, come è avvenuto, l' imputato come il migliore dei ministri passati per la Minerva; funzionari che il loro ufficio di alti capi di una branca di pubblico servizio scambiavano con l'umile incarico di esecutori di qualsiasi ordine, come se in buona fede credessero di essere al servizio personale di un ministro anzichè ufficiali dello Stato; uomini a cui è commesssa l'educazione dei nostri figli, della nuova generazione italica, Che corrompevano i colleghi e i subordinati e si lasciavano corrompere; funzionarii cui, è commesso il controllo dell'im- piego del pubblico denaro, che lasciarono passare, approvandole, per tre anni, continue ripetute evidenti irregolarita e falsità nei documenti contabili; uomini rivestiti di alte dignità, sia pure come ufficiali, che di queste e del segreto potere che esse conferiscono, si valevano, con rivelazioni non puramente attinte, per tentar salvataggi; magistrati i quali hanno della giustizia, che essi devono amministrare, un crei strano concetto di subor- dinarla a considerazioni d'ordine politico; uomini parlamentari cui i favori ricevuti da un ministro annebbiano ogni concetto di rettitudine, o che intrigano o speculano sull'abbiezione altrui per mercanteggiare, con l'abbiezione propria, il soddisfaci- mento delle ambizioni personali; uomini che chiamati al più alto ufficio dalla Patria, si osteggiano, litigano e si dilaniano l'un l'altro, costituendo partiti e fazioni in guerra intestina, mentre siedono insieme allo stesso tavolo, come consiglieri del . re; tutte queste tristi anomalie ha veduto il Senato o in aperta. luce o in una chiara penombra che non ne toglieva la sicura percezione ». La segreteria particolare di Nasi era un « botteghino del lotto ».
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