La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908

31 cando sul pane &limavano come in una carne molle o spugnosa. La pulsazione del pane che mi andava giù dalla gola mezzo masticato era quasi di dolore. Stra- scicava, urtava, mi obbligava ad aiutarlo, a distenderlo con la saliva. Mentre adempivo alla funzione di non morire di fame è mancato poco che non andassi in terra o non gettassi un grido. Ho • veduto uscire dalla Banca Popolare Emma con Giuliana. I sei mesi di tri- bolazioni doVevan avermi completamente trasformato. Nè l' una nè l' altra mi ha riconosciuto. Sono passate in margine alle mie scarpe rotte senza neanche sentire I' odore di Raimondo. I miei abiti mi hanno impedito di chiamare. Era inutile. Fra me e loro era caduto il ponte di congiunzione. Il passato non andava più d'ac- cordo col presente. Mi avviai alla bottega . con gli ultimi bocconi mettendomi alla vetrina come prima. Invece •dell' omino è uscita una donna a dirmi di entrare. C'era una puzza di libri vecchi che mi andava alla testa. Era uno stanzone con due uscite 'a destra, l'una vicina alr altra che mettevano nei magazzeni. Non c'era spazio che per girare intorno agli scaffali che andavano dal suolo al soffitto. In mezzo era un grande tavolato sui cavalletti coperto di volumi vecchi e nuovi, legati e in- tonsi, piccoli e grossi. Le sporgenze degli scaffali sor- reggevano anch esse dei mucchi di volumi messi gli uni sugli altri senza cura alcuna. Ero in mezzo a un conflitto, in un fondaco di idee che si accapigliavano sul campo delle battaglie intellettuali.. L' ornino era a destra, vicino ali' entrata, come in una bottega di fianco, buia, bassa, a volta, piena zeppa di libri. Egli era seduto a una vecchia scrivania affol- lata aneli' essa di volumi alla rinfusa, con in mano una penna d' oca sospesa • sul registro. -- Sai leggere? mi dorriandò presentandomi la coper7 tina di un libro. — Studi critici sugli uomini della rivoluzione. — Ah, dunque sei stato a scuola. Che cosa hai fatto,. da dove vieni, sei di fuori o dl Milano? Parla marmotta, non ho tempo da perdere. Si vede che i tuoi genitori

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