La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908

30 bottega, mi ha guardato due o tre volte, -è rientrato, è tornato di fuori, mi ha gettato gli occhi addosso, ha continuato a guardarmi con i suoi occhiali di miope,. con un non so che sulle labbra che scambiavo ora per • della compassione e ora del sarcasmo. — Che cosa fai .. ? Perchè vieni sempre alla mia . vetrina? Avrei presa la corsa se non fossi stato troppo debole. 'L' ornino mi sfogliava con l' audacia degli occhiali é aspettava la mia risposta. Non potevo. Avevo come un gruppo alla gola. Erano più di sei mesi che non par- lavo con anima viva. Tutte de mie parole si riducevano: a comperarmi dieci centesimi di Pane. In quel momento erano tre o quattro- giorni che avevo cessato di mani- festare quel modesto desiderio. Morivo a oncia a oncia, . senza saperlo. Avevo perduto l'uso della masticazione. La mia bocca pareva limonizzata. Sentivó le gengive che si restringevano e i denti che si addossavano come se avessero subita una risciacquatura acidulosa. L'ornino con i baffi grigiastri che gli davano un' aria burlesca, alzò gli ()echi un' altra volta sui miei cenci, frugando con le dita nei taschini del panciotto e togliendo da . quello a destra un :dieci centesimi. Lo rovesciò da una parte e dall' altra, come se avesse voluto assicurarsi che era proprio un dieci centesimi e poi con la mano tesa - mi disse: — Prenditi dieci centesimi di pane. Della mia dignità personale non c' era più da discor- rere. Io ero giunto all' insensibilità morale. Non avevo più conoscenza nè del bene ne del male. Potevo sten- dere la mano, come potevo udire. un subisso d'ingiurie, come potevo crepare d' inedia. Ero indifferente in mezzo alla indifferenza. Così l'offerta non mi fece uscire dallo stato di instupidimento. Non accettai e non respinsi, — Prenditi, mi ridisse, urtandomi, dieci centesimi di pane. Dopo che avrai mangiato parleremo. 'Ti aspetto. Sono andato dal prestinaio come un automa. Senza ansia, senza gratitudine per 1' uomo che mi prolungava I' esistenza. Pareva che i denti fossero tutti mobili. Cal-

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