La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908

28 Io la chiamo invece de 1 benne guerre, guerra improntata di civiltà. Non vogliono essere affamati? Ebbene, cedino, mettino in . comune i loro beni, le loro ric- chezze acquistate colla prepotenza, coi sudori, col sangue e colle lacrime dei lavoratori; lavorino e mangeranno, come tutti quelli che producono hanno il diritto di mangiare. E questa non è vendetti, è una rivendicazione chiesta ed imposta, non con la forza delle armi, ma con quella dell'orga- nizzazione, della civiltà. Si, il benessere, la felicità, la libertà per tutti, nessuno escluso. Ma allorquando vi sono dei prepotenti che fanno arbitraria- mente delle esclusioni, che pretendono avere tutto per loro, nulla per quelli che producono, tutta la ricchezza sociale, e se questi osano soltanto alzare la voce o una mano, non esitano a farli schioppettare e mandarli in galera — ciò che dura da secoli — allora, quello che per te ha parvenza di una vendetta, non è che un mezzo moderato, temperato, umano, per giungere ad ottenere quell'uguaglianza economica e sociale che è la base di quel socialismo, dietro il quale tu trinceri il tuo umanita- rismo sbagliato. Vorresti dirmi per quali vie e con quali mezzi il proletariato potrà giungere a ciò? Gli scioperi si combattono a fucilate, le manifestazioni si sperdono a bajonettate, le rivoluzioni si domano a cannonate, lo sciopero generale è tirannia. E allora, cosa rimane al prole- tariato arigariato ed affamato per rivendicare quello che di giustizia gli spetta? Ah si, è vero; gli rimangono,le riunioni, i nzeelings, e le promesse dei deputati. Ma prima che, con questi mezzi, giunga - ad ottenere una crosta di pane, esso ha il tempo di ridivenire scrimmia, monera, bastichio, infucono, cenere. Dacchè il proletariato si serve di questi mezzi melliflui e moderati, cos' ha ottenuto? Nulla. Se ha qualche cosa, è al suo sangue, alle sue rivoluzioni che lo deve: , Giacchè oggi gli evirati urlano tanto contro queste e contro noi, e siccome l'esperienza ed il progresso han messo nelle nostre mani l'arma incruente — non- efficacissima — dello sciopero generale, si, noi ce ne serviremo intelligentemente e coscientemente fino all'ultima conseguenza, perchè siamo decisi a farla finita con codesto codardo tira e molla che ridonda tutto a nostro danno;.e giacchè i lavoratori organizzati e co- sclenti rifiuteranno domani, il pane ai loro ricchi affamatori ebbene, se questi si ostinano a negar tutto e a non voler la- vorare, mangino il loro oro. Semper Tibj Ciao. AMILCARE CIPRIANI. PAOLO VALERA - Direttore. GALIMBERTI GIUSEPPE, gerente responsabile. Stabilimento Tipografico di Cono, e Oupaluar -- Via S. Pietro all'Orto; 12 -Itilano

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