La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908

. Come a Mantova il FaCeioli e il Castellazzo hanno confessato il complotto per assassinare il commissario Rossi, confessione che è costata la vita ai martiri l'Orna, Speri e Frattini, il Carey ha narrato i tentativi fatti per ammazzare il v icerò e il infili- stro, qualche magistrato, ecc. ecc., moltiplicando Usi le vittime destinate alla cavezza del carnefice. Dopo lui tutti o quasi tutti hanno cercato di salvarsi la testa con particolari che facevano allibire gli inglesi. Parevano tutti presi dal parossismo. Era entrata in loro la paura di Carey e tutti volevano comperarsi la vita con la vita dei compagni. Bisogna leggere per vedere le smanie che faceva • il povero Kavanagli, il cocchiere dal cavallo bianco che li aveva condotti sal teatro dell « operazione », per essere accettato come infor- Mer.. Aveva quasi sessant'anni e non voleva morire strangolato! Il Brady è forse stato il solo che sia stato appeso dicendo tino all'ultimo momento: I am not guilty of the charge — non sono colpevole dell'accusa. • Darei, non ha goduto il prezzo della sua infamia. Anche in fuga, venne inseguito e assassinato. Il suo assassino andò lieta- medie al patibolo, dicendo che aveva compiuto il suo dovere. Di Luigi Castelazzo non ci resta che la sua persistenza nella menzogna. Egli è morto lasciando tutti dubbiosi sui suoi spio- naggi. Ma Ora la sua vita morale C distreitta. L'ultima edizione •dei « Martiri di Belfiore » del Luzio racchiudo la ragione della grazia sovrana e il suo cinismo e la sua spudoratezza e la prova docuMentale delle sue delazioni. ' Non è dunque più questione di confondere sulla Stessa lastra commemorativa carnefice e giustiziati. Gli uni al Pantheon . del martirologio, l'altro alla fune delle creature abbominevoli che fan n o arroSsirei,i posteri. lfio caro Valeva, Tu, nella noia aggiunta al mio articolo « Il Sindacalismo » dici. •« noAtro amico Cipriani ha conquistato il diritto di manifestare tutte le sue intimità mentali. Solo noi ci domandiamo se varrebbe la pena di passare da una tirannia all' altra. Nel socialismo non c'è e non ei può essere nè la vendetta né il dente per dente. Il socialismo è un ideale sociale che vuole moltiplicare e mm diminuire, il benessere agli uoMini..Ma ne parleremo più a lungo un'altra ,Oila Vedendo che hai dimenticato di parlarne, ne parlo io. Se non credessi ,di offenderti — cosa che non farò mai perchè mi sci troppo caro — ti direi, che-hai detto delle corbellerie. Non è per me solo che io ho inteso, lottando, di conquistare il diritto di manifestare liberamente la mia intimità mentale, ma per tutti, perciò, se cosi non fosse, non sarei il socialista che sono. Tu- chiami tirannia quello che un giorno il 'proletariato co- sciente, per costringere i suoi affamatori a cedergli quello che di dil'itto gli spetta, li affama, invece di ucciderli e farsi uccidere. Parigi, 1. marzo 1903.

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