La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908
22 immeritata pena nel bagno di Tolone.- 11 povero Massimo resta male, ma non è certo uomo da smarrirsi per così poco; prima di tutto apostrofa con inaudita violenza il supposto morto che tradì la sua cupidigia, poi si prepara a distruggerne il testamento. Ma ad un tratto si sente afferrare pel collo; è il morto che si è risvegliato e che si fa sentire. Lo zio era stato semplicemente colpito da letargo. Aveva sentito così tutte le ingiurie del nipote, e vorrebbe ora dargli la lezione che si merita. Ah, imprudente vec- chietto ! sei risusci tato appena in tempo per farti accoppare sul serio: Massimo lo prende delicatamente per la gola e lo ricompone, cada- vere per davvero questa volta, sul letto mortuario. Ora avvi- cina il testamento alla fiamma di una candela e mentre la carta si accende s'odono fuori grandi ,rida. Un forzato fuggi dal bagno e ne è nato un 'fiero tumulti). Massimo corre anche lui a vedere lasciando che intanto arda il prezioso foglio; ma, lui fuori, salta da una finestra nella stanza, un forzato, Giorgio Idondel in persona. Che dirvi? adocchia il testamento che brucia, se ne impadronisce, lo scorre, capisce tutto, lo intasca e si nasconde. Torna Massimo, vede poca cenere, pensa t lie il foglio sia tutto distrutto, e si addormenta felice su di una sedia perchè Giorgio possa riprendere la via della finestra e scomparire. 13i- lancio di Onesto quadro, assassinato numero due. Nel terzo atto troviamo Giorgio, camuffato da brasiliano, che con abili denuncie fa arrestare il marchese Massimo conio strangolatore dello zio: nel quarto assistiamo ai preparativi della fuga ed alla fuga di Massimo dal bagno di Tolone — dove. dovrebbe passare trent'anni almeno e da dove scappa — ne scap- pano tutti — non senza prima aver ammazzata una sentinella — morto numero tre — nel quinto atto finalmente.... Ma il quinto atto vuole un discorso a parte. E' un quadro che ha fatto sbalordire, di cui si dovette concedere il bis, e che tuttavia non ha nessun rapporto, od un rapporto ben indiretto, col dramma vero e proprio. Ma il pubblico del Verdi non bada a queste sottigliezze. La situazione lo afferra ed egli urla di gioia e spasima di commozione. La scena, divisa in due parti, figura a sinistra la casupola di un cantoniere della ferrovia, a destra l'argine della strada ferrata, il ponte, ed i treni che passano di quando in quando. li cantoniere è un ubbriacone che trascura il suo dovere; la moglie se ne affligge, e la sua piccola figliuola, vispa ed astuta come un fiDlletto, tenta rimediare alle negligenze paterne. Ora poi il cantoniere ha stretta amicizia con dei brutti figuri, e passa tutto il giorno nell'osteria. I brutti figuri sono Massimo e altri forzati evasi con lui dal bagno, che hanno progettato di inabissare in im precipizio il treno su cui sanno devono viaggiare Giorgio e Paolina. Progetto pericoloso e pazzesco, ma per briganti da- dramma popolare niente è troppo audace. Mas- :AMO si è, quindi fatto amico del cantoniere e quando il treno fatale è . per giungere gli !:onuninistra su sonniforn,
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