La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908
8 lizzato divisionista, alla quale non riesce a• dare significato neppur la ubbriaca leggenda del catalogo liberly ; ora masso informe di -marmo, gironzolando attorno al quale il paranoico scimmiottator di Rodin non Si stanca di balbettare: — Ecco il mio capolavoro! —; ora romanzo che farebbe nausea a Dona- ziano di Sade se non facesse stomaco ad Oscar Wilde; ora dramma da apache, o commedia da- lupanare, o tragedia da clinica d'ospedale, o farsa cinematografica da ergastolani. Disponete, all'ingiro, come spettatori, un vago contorno di Fumagalli e di marchese Venezia, di Minocchi e di Bartoli Longo, di Riva e di Bononielli, di Cameroni e di Santini, di Perrone e di Aliberti, di Eusapie Palladino catechizzanti i Morselli e di cavalieri Kadosch scomunicanti gli Ardigò..., e poi sappiatemi dire se questa platea non sia al tutto degna di quella fantasma- goria di attori apocalittici. Perchè, a parlar chiaro, in materia di passione criminale di estetica, di artisti, o politicians, o iportsmen o scienziati delinquenti, non si tratta mica più, ormai, di esagerazione, di pervertimento degenerativo dell'animo e dei sentimenti; si tratta, ahimè! di pazzia bell'e buona, anzi di pazzia furiosa, di quella tale pazzia che non si cura (per modo di dire) se non con la camicia di forza e la camera dalle pareti imbottite. E però, -in tempi come questi, nei quali i preti (dato e non concesso che non siano comandati) si buttano al modernismt, e gli spiriti forti (dato e concesso che siano degl'imbecilli) si buttano allo spiritismo, il meno pazzo di tutti à ancora il figlio di Giovenale... Giolitti, che in piena Camera, tra gli applausi degli-ascari, proclama nemici della patria tanto i clericali quanto gli anticlericali. Eh, ma sicuro!, ha ragione Giolitti, perdio! Vivano for ever i venerandi e provvidenziali luoghi comuni dei neri e dei rossi, del giusto mezzo; e degli estremi che, naturalmente, si toccano! E sia fatta, che diamine! la grazia a quel povero Nasi, come fu fatta a quella povera Murri, credenti in Dio l'uno e l'altra; e siano promossi i Coppola e i Vitelli, estensori della sentenza- crimine del giugno 1907; e sia lasciata alla Minerva, anche Con l'inchiesta, l'anguilla delle Romagne, poichè nelle scuole si lasciò il pretohzolo cretinfzzatore di future sue spintrie. Bisogna contentare, a un tempo, Trapani, le madri di famiglia, Bepi e i Venerabili del palazzo Giustiniani : la politica ha le sue esigenze; pazzo chi non le intende! E la Megera orrida va avanti, sghignazzando, deformando coscienze, arrolando i suoi clowns un po'- dappertutto, dalla reggia al tugurio, dalle sagrestie agli atenei, dal foro alle ca- serme; finché sul frastuono di questo lugubre carnovale di pazzi, che non conosca le Ceneri, non si levi, ad un tratto, al giorno immancabile, dai campi e dalle officine, un grido di robusti polmoni a servizio di sani cervelli, un grido solo, ma terribile: — Basta! -- ETTonr.i IsAscA.
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