La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 9 - 12 marzo 1908

2 le sue visite domiciliarii, "con i suoi processi politici a porte chiuse, con le sue deportazioni e coi suoi confinamenti per ragioni amministrative, con i suoi castighi corporali, con 1.6 sue con- danne infami, con la stampa che non può fiatare senza il suo permesso, con le sue impiccagioni che fanno diventare rivolu- zionarii anche -gli indifferenti, ci farà assistere al secondo '93. Egli sta preparando la guerra civile. Ah, il '93! Venga, venga con tutti i suoi orrori, coi suoi incendii, con i suoi giudici rivo- luzionarli, c'eli i suoi patiboli, con le sue demolizioni e anneghi tutto lo czarismo nel sangue degli autori di tanti lutti, di tante catastrofi di tante miserie, di tante rovine, di tanta gente as- sassinata solo per avere avuta un'aspirazione sociale più umana. Meglio il '93 che quest'agonia di un popolo intero che ha per- duto perfino il diritto di piangere! g.p?'* Sono nate associazioni, leghe, federazioni, società universali, organizzazioni di resistenza. Non è mai nata l'unione della solidarietà delle nazioni per salvare la gente politica dalle mani della tirannia. A poche ore da noi, in un regno microscopico . come il Portogallo, abbiamo permesso a Carlo I di bandire, di proscrivere, di deportare, di imbavagliare, di lacerare la costi- tuzione e di impadronirsi della cassa dello Stato, senza aprire bocca. Non ci siamo svegliati che quando il mostro aveva ces- sato di vivere! Victor Ungo ha salvato più. di una testa con le sue veemenze cerebrali in nome della inViolabilità della persona e ha fatto rinsavire più di un despota che stava per consegnare la fune al carnefice. Perchè non ci deve essere una Lega di popoli che insorga contro il patibolo che è la più iniqua aggressione mni- cidiaria compiuta in nome del terrore governativo e della sciocca necessità di Stato? L'esecuzione capitale è una tortura che fa sof- frire più noi altri che coloro che la subiscono. Che la voce collet- tiva di tutte le nazioni imponga ai tiranni il basta! basta! basta! C'è certezza che Nicola II ha poco da vivere o da regnare. E la certezza è nella banda delle altezze imperiali che circonda il suo trono. I granduchi sono tutti dibertini, tutti ubbriaconi, tutti sanguinarii, tutti, rapaci, tutti saccheggiatori, tutti accu- mulatori di combustibile per il grande incendio. Le loro prin- cipali oecupazioni sono la crapula, l'orgia, lo stravizio, la follia sfrenata nelle alcove delle mondane. Pieni di debiti fino alle orecchie, si precipitano dovunque è il denaro pubblico con la voracità, degli avvoltoi sui cadaveri dei campi di battaglia. il decano del Granducato è un vecchio rimbambito che ha conser- vato l'efferratezza giovanile tutte le volte che si tratta di mas-

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