La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 9 - 12 marzo 1908

tentesi tra la rettorica concezione del riposo fortificante e quella (ohimè!) dell'immediato e reale trionfo della sbicchierata . e della propaganda pretina. « Combattere tutto ciò che può far degenerare l'ottenuta riforma in un giorno di crapula, dare ad essa un contenuto etico che abbia virtù di creare novelle coscienze, dev'essere d'ora innanzi l'opera nostra ». Come, d'ora innanzi? Ma la legge e il regolamento sono quello che sono, direbbe il signore de la Palisse. Chi ha vinto, e ben vinto, o ingenui, è il farisaismo cattolico apostolico e romano, geloso del domenicale puritanismo anglo- sassone. Chi trionfa è il dies dominicus dei pretonzoli, dei fra- tonzoli e delle monaconzole, la bestiale domenica propizia all'alcoolismo, al taba- gismo e alla gozzoviglia obbligatoria e meritoria. Leggete, fra tanti funghettini della stam- pa rugiadosa (ormai non manca più altro, qui a Roma, che il Giornale della moda cattolico), leggete il Gazzettino del Po- polo, quello stesso organetto vaticanesco che conclude un'altra sua articolessa cosi: — « Esortiamo gli Italiani tutti a mantenersi sempre fedeli alla Chiesa ed alla Monarchia, ed a mantenere sempre intatta la fede religiosa e politica »; leg- gete queste pie parole del gongolante Gazzettino: — « Il riposo festivo è una necessità fisica, morale, religiosa. Fisica, perché.... Morale, perché.... Religiosa, perchè una scusa che molti cristiani sogliono addurre quando loro sl domanda perché non praticano i doveri religiosi, si è quella che non ne hanno il tempo perché costretti al lavoro tutti i giorni della settimana. Purtroppo molti che avrebbero adempiuto i doveri che la Religione impone, ne sono stati im- pediti, per lo passato, dal lavoro. Ben venuto dunque al riposo festivo, per legge dello Stato, e noi abbiamo salutato con gioia il giorno 9 febbraio». Andate in una qualunque delle quattrocento e più moschee della Mecca papale, o proletari evoluti quanto coscienti, pensate all'aninza almeno ogni domenica, e poi ubbriacatevi pure fin che vi pare, giacché il 'Signore si può anche lodare in cymbalis bene sonantibus, e il Manifesto del Lord mayor parla chiaro: « Possono rimanere aperti la domenica gli alberghi, le trat- torie, le osterie, i caffè, i bigliardi (sic, con tanto di gl: l'orto- grafia nathaniana non si spinge più là), e simili esercizi pubblici in genere ». L'umorismo, poi, se in tema simile non facesse male, scoppia fuori da tutte parti. Scrive quell'arguto ingegno di Guido Colli: « C'è evidentemente

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