La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 9 - 12 marzo 1908

23 al meno che si veste alla Cooperativa, e porta i polsini di celluloide. Amate sentire la storiella? Ve la racconto in quattro e q u attr'otto. Il signor Franco è un giovane di buona famiglia, con delle eccellenti disposizioni alla pittura; impoverisce a un tratto, in luogo di rimboccarsi le maniche e di darsi attorno per guada- gnarsi onestamente il suo pezzo di pane, preferisce appiccicarsi alle sottane di una ricca orizzontale che ha delle velleità 'canore, vivendo alle sue spalle, disposto anche a sposarla pur d'avere assicurato il suo cantuccio al fuoco. La rovina del giovanotto sa- rebbe irreparabile, se un'altra eocotle con delle pretese d'attrice, non so se per far dispetto alla collega in arte ed in vita allegra, o per simpatia a Franco, ne stimola l'amor proprio, ne risveglia la dignità, gli fa balenare la speranza di potersi farà un nome come pittore, e lo alloggia in una sua villetta in montagna strap- pandolo così alle grinfie della rivale, che in verità non fa niente per riacchiapparlo. Nè si limita a questo l'opera di redenzione di questo melo ' bianco fra le cocoties che basterebbe da sola a immortalare tutta l'onesta corporazione delle donnine allegre, fa ancora di più l'ottima Ginetta; compera di sottomano i quadri di Franco per dargli l'illusione che l'opera sua sia molto apprezzata, così che a fin di male o a fin di bene il destino di questo fortunato ragazzo è sempre quello di essere mantenuto da delle man- tenute. Ma ciò non vuol dire. L'importante è che a poco a poco Franco riesce sul serio a farsi la mano; i suoi scarabocchi piac- ciono per davvero, e può giornalmente darsi il lusso di guada- gnare il boccone che mangia. Potrebbe essere il momento per quella buona pasta di Cina che per lui vive una doppia vita, mantenendosi pura, casta e riguardosa, quando gli è vicino, per ricadere, lontana da lui, nelle consuete dissipazioni, potrebbe essere il momento, ripeto, per quella buona bambocciona di Gina, di essere redenta a sua volta. Ma esiste una sorella. C'i; una sorella di Franco che non si vede ma che si fa sentire. Questa cara figliolo pare non si fosse mai data troppo pensiero del fratello; almeno quando era lì li per sposare la 'ocolla nu- mero uno si era, ben tenuta in disparte; si era tenuta in disparte anche quando la povera Ginetta si allarmava a tirare a riva il naufrago; ma ora che la zampa del gatto ha cavata la castagna dal 'fuoco, ora che Franco è un artista rispettato e rimunerato, ora la sorella si ricorda di lui e gli tiene anche in fresco la mogliettina che gli conviene. Il giovane per sua parte non ha che uno scrupolo; quello di non essersi lavato abbastanza dalle antiche brutture per poter pretendere alla mano di una ingenua e virginale ragazza com'è quella che la sirocchia gli conserva nella bambagia. Quasi, quasi, si lascerebbe persuadere a Sposarsi la Ginetta. che per quanto bene gli abbia fatto è sempre però una

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