La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 9 - 12 marzo 1908

22 E dopo un primo atto così saporoso, un secondo ancor più scemo. Le tre signore assetate di infedeltà, danno convegno nello stesso giorno e nella stessa ora al troppo fortunato amatore; i meschini ripieghi di Carlino non valgono a. salvarlo da questo confluire di desideri, — la sua fantasia del resto è coni povera di trovate che non c'è da stupirsi se si attortiglia nel suo Me. lodo come un papero in un campo di stoppie, — e nel terzo atto. Costanza, Bice e Marina sono tutte e tre nella gan:onuiére di Carlino, che ha preso eroicamente la fuga.. Le brave signore mangiano la foglia come tanti bachi da seta e, almeno appa- rentemente indignate, complottano insieme di dare il ben ser- vito al giovanotto; dentro di loro però, si ripromettono di ap- profittare del congedo che le altre gli daranno, per restar sole a goderselo. Ah biricchine! Questa tattica furbesca, moltiplicata, per tre, mantiene lo stato quo aule; ma tino a quando, buon dio ?... Mi spia-ce di non poterlo (lire porcile con troppa modestia il signor Nino berrini ha fermato qui il folleggiare della sua imaginazione, se no, ne veniva fuori un arabesco che come i racconti della principessa Schahrazade poteva tenere intenta la nostra attenzione per mille ed una notte! E uno scherzo; dice la gente bonacciona: una commedia gio- cosa si affretta a proclamare anche l'autore. E Sia pure; ma uno scherzo di pessimo . gusto! Non dovrebbe essere permesso quando non si ha tanto fosforo che basti per una capocchia di zolfanello. (l'occupare di sè tutto un pubblico; ed è a 'questi mattacchioni ch'io vorrei allungare una pedata tale che li sca- raventi le mille miglia lontano dai palcoscenici! — Che brutti modi! mi gridano — perchè tanta violenza con un novellino che comincia ora ? Cosa pretendete alla fine da un giovane che Muove i suoi primi passi? Cosa pretendo? Non un capolavoro certo, ma un lavoro, un buon lavoro; un'opera di pensiero e di studio, che mi riveli una mente attiva e feconda, una imaginazione fervida e pugnace. E poi errori e difetti, ingenuità e aberrazioni a manate, a paiate, k sacca! Una boscaglia 4li tronchi, di sterpi e di spine, pur che insieme ci sia del bel muschio smeraldino e delle fresche sio- lette profumate e qualche selvaggia rosa scarlatta! Ma quando un olovane nell'età degli ardimenti e dei paradossi mi dà delle sbro'dolature alla Testoni come il Berrini o dei vaneggiamenti d'annunziani come il Donini, allora sì che invoco la spada -fiain meggiante dell'arcangelo che allontani dal paradiso terrestre queste giovinezze decrepite! Perchè anche Alberto Donini, ama i sentieri battuti, le vie carreggiate, le soste a cui altri appesero già la frasca avver- titrice. La sua doppia vita è del teatro romantico, di quello messo in giubilazione già, da un quarto di secolo, accomodato alla moda di Gabriele d'Annunzio ; ma di un (labriele d'Annunzio s'eludo

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