La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 9 - 12 marzo 1908
lò con l'eloquenza del causidico imbroglione. Muschio davanti ai giurati è un libro aperto. Accetta tutti i suoi misfatti. Non letica che con le bugie. Ha momenti di collera quando si tenta Ai metterlo fra i ladri e i ricattatori e diventa eloquente quando fa risalire i suoi ferimenti, le sue stragi, i suoi omicidi alla prima sentenza, la causa di tutte le sue convulsioni e di tutto il male compiuto. Sono i ventun'anni e due mesi e la sua innocenza che lo hanno obbligato a fare il « brigante a. Egli aveva una scusa. Nasi nessuna. Nasi davanti all'Alta Corte di Giustizia è stato un maffioso. Ha lavorato d'astuzia. Ha respinto con lo strepito dell'uomo superiore ad ogni sospetto ciò che esige il galantuomo, ha chiuso la bocca ai testimonii con le insinuazioni, si è servito delle contraccuse per ammansare o ammutolire o rendere per- plessi i denunciatori, ha lavorato e fatto lavorare Segreta: mente per far cambiare opinione a più di un teste d'accusa ha messo in azione tutte le volgarità procedurali come un mariuolo abituato al sedile dell'accusato, si è liberato della documentazione con frasi vaghe o denegazioni generali e ha fatto coltivare l'opi- nione pubblica dai nasisti che propalavano il sottovoce che Nasi. tirato per i capelli, si sarebbe valso dello scandalo per livellare i boriosi dei ministeri al suo fango. Di tutto si è giovato. E quando gli si è impedito di intimorire i testi interrogandoli per cose estranee al processo, o per terrorizzarli col sottinteso o la parola a doppio senso, allora si è alzato con i suoi difensori e ha fatto lo smargiassone ,dicendo che gli si impediva di difen- dersi e se ne é andato via indignato come un uomo onesto, per far credere al pubblico ch'egli era vittima di nemici potenti, paurosi della sua ascensione. La sua tattica canagliesca è stata sempre quella di far sup- porre Giolitti guidatore occulto del complotto per la sua distru- zione. E in Sicilia si è gridato e si grida; Viva Nasi! Abbasso Giolitti Volgetevi invece al processo dibattutosi alla Corte di Assise di Lucca nel marzo del 1902 e voi vedrete il bandito d'Aspro- monte alla presenza del giudici popolari coi suoi ~Usai anni, alto, bello, for: e, con la fisonomia dolce, aperta, senza anomalie, pronunciare la sua autodifesa con la parola ora calda e ora infuocata, ora piangevole e ora colorita dalla carezzatura dia- lettale. La sua resistenza non è stata che per gli abiti. Egli ha detto al presidente: — Illustrissimo, senza che la facciamo troppo lunga, se voi non mi date i miei vestiti non verrò neppure domani. Tali io, i giurati così vestito (da galeotto) non mi riconoscono. lo souo un gentiluomo, non un malfattore. Presidente — Ma voi siete un condannato! Musokno — Chi lo dice? Innocente sugno. lo mi chiamo Pepp,e Musolino, condannato innocente. Se il governo• mi diede vent'anni ai carcere. Man oi a,^i cui jma, non io!
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