La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 8 - 5 marzo 1908
13 intollerabile. Critico, ipercritico non sa adattarsi alla censura. Gli operai che non vogliono credere alla sua missione- di acco- munare- il fuoco con l'acqua, che non lo applaudono per tutto ciò che dice, per tutto ciò che immagina, per tutto ciò che compie, sono diventati il suo torinento, Li perseguita. Lui che ha subito la legge del più forte, che è stato molestato e perSe- guitato per i suoi ideali politici, che• ha veduto al di là della Manica e al di Fa, dell'Oceano che dove la manifestazione del pensiero è libera il delitto politico è completamente sconosciuto, processa gli avversarii per il delitto d'opinione come i Bismarek, i Crispi, gli 011ivier e gli altri carnefici della vita pubblica. Io non ho rancori per alcuno. lo seguo la vita a passo a passo per registrarla. Clemenceau può pensarla come vuole senza írrí-, tarmi. Studiandolo so mettermi nella sua pelle. Così io capiscó ch'egli, laureato nel '65; ami, esalti e glorifichi, la patria; per la quale ha patito e sofferto. Come capisco ch'egli discuta, abbomini; aggredisca Hervé e l'herveismo. E' ciò che facciamo Un po' tutti. Tutti abbiamo la nostra ubbia. Ma non lo capisco più quando esce dallo steccato del conflitto verbale. E' indegnó che l'uomo potente, che ha a sua disposizione nugoli di soldati e questurini, processi gli avversarii per il « crimine » di opinione. Egli risospinge la Repubblica nella zona del martirio politico, E allord è naturale che le vittitne delle sue paure giacobine lo chiamino un rinnegato e chiamino - I3riand, socialista, un rinnegatissimo, come un tempo si è chiamato rinnegatissimo Millerand. E allora è più che naturale che i perse „guitati rimestino il suo passato e gli sbattino sulla faccia l'etera, del duca e il Cornelius Herz che gli ha comperato le azioni
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