La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 6 - 20 febbraio 1908

5 più cervello in una settimana che i lavoratori degli altri me • stieri in due Mesi? So a Memoria la risposta, .dei privilegiati. E' il pubblico che lo esige. Il pubblico > moderno vivrà senza pane, ma non mica senza notizie. Non può sottomettersi ad aspettare l'avvenimento del pomeriggio o della notte di -sabato fino • a lunedì mattina.. Si diceva, così in Inghilterra, si diceva così in Germania, si diceva cosi negli Stati Uniti d'America, si diceva così in Austria: Ma la legge uguale per tutti ha provato il contrario. • Adesso so ci fosse un Parlamento che volesse dare il privi- legio del lavoro nella giornata del riposo comune alla stampa, giornalisti e proprietarii di giornali, si leverebbero in piedi come una rivoluzione, -La fretta, l'ansia, il turbine, la vertigine della vita moderna non ci impediscono di consumare le otto ore iniettò. C'è . un momento in cui tutti dobbiamo sostare, ci piaccia' o non ci piaccia. Il lavorò prolungato, il lavoro della stanchezza, il lavoro del giorno del riposo nazionale vale niente. E' lavoro acciabattato.. E poi bisogna convincersi che là .produ- zione intellettuale moderna ha preparato la popolazione per il riposo settimanale. » Un'altra volta il libro era- di pochi. Ora • è delle moltitudini. Ci sono i vecchi che _contavano le riviste .dei loro Paesi sulle dita. Ai nostri giorni ce n'è un numero strabocchevole. Si può dire che è l'epoca delle riviste..Perchè la rivista Sta per ren- dere molto raro il volume e per ridurre il quotidiano a un gior- nale americano — Vale a dire carico di infermazioni e di notizie mondiali — o a una specie di Matin o di Daily Meta o -di ,Vew York. .11eralcl, edizione -americana. ' So bene che io butto via il fiato, perchè non sono alla Camera a disfare la legge dell'ingiustizia e percliè i deputati giorna- listi_ sono in una condizione che non hanno più bisogno di rifocillarsi il cervello nelle ore del riposo nazionale. Ma è sempre utile 'registrare che l'ingordigia della speculazione giornalistica ha trionfato sul diritto dei poveri cristi della penna. * ** Più ci penso e più vi perdo il cervello. La religione che _è la cosa più balzana, più romantica, più insensata, più burlesca di tutte le sciocchezze umane è sempre tra i piedi. Il perchè è saputo. Perchè c'è in tutti noi un po' di pazzia. Tutti vedono ch'essa è un fantasma o una favola o una pantomima, o .un canard fetido che le generazioni si trascinano dietro di secolo in secolo. come se fosse un bisogno sociale di leticare intorno la buaggine o l'infatuazione o l'allucinazione. Come tutti i cer- velli che non siano fanaticamente bigotti possono 'convincersi che là religione è della immaginazione o della demenza o della follia o del disordine mentale: Non ha mai giovato, non è mai stata utile nè ai ricchi nè ai poveri, nè agli uomini nè alle

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