La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 6 - 20 febbraio 1908

18 denza ; la magistratura affoga nello scandalo; l'attacco contro la stessa è divenuto generale, nella stampa, nei comizi e dalla tribuna parlamentare. Ormai nessuno più osa raffigurare la giustizia appoggiata allo scettro, alla spada e alla croce, colle bilance del diritto in mano. Lo scettro è spezzato, la spada arrugginita, la croce screditata e le bilance imputate di cen- traffazione. Trascinata sulla piattaforma della discussione la magistratura deve subire anch'essa il suo processo dinanzi al tribunale della nazione, la quale ogni giorno rileva a suo carico nuovi atti di accusa e pronuncia condanne inappellabili! Le sue sentenze hanno perduto ogni autorità, il sospetto pervade tutti gli strati sociali. A Catanzaro un' intiera Corte d' Appello mette all'asta le sentenze, il procuratore generale le sue requi- sitorie; a Genova consiglieri e giudici sono sorpresi in flagranti delitti di negata o tradita giustizia; l'on. Colaianni dalla Tri- buna denunzia al Parlamento come prevaricatori dei giudici di Bari; l'on. Giacomo Ferri rivela una pagina scandalosa della magistratura di Modena; a Roma i consiglieri della Corte di ' Appello salvano in malafede. Nasi dalla pericolosa accusa di malversazione def fondo della beneficenza dei maestri e la Cas- sazione completa il traffico della legge proclamando il peculato reato politico e giudicando che la magistratura é competente ad assolvere il concussionario, incompetente a giudicarlo! Il supremo consesso giudiziario, quello che deve giudicare i magistrati colpevoli, dà al paese, attraverso sentenze rivol- tanti, l'apoteosi di Verre e di tutti i furfanti della finanza rin- viati per la assolutoria a quella corte di Genova che tutti, da anni, sapevano e i fatti rivelarono per un covo di postulanti, di esibizionisti e di affaristi! Milano stessa, la capitale morale vide i magistrati sospettati! E ben vero che il consiglio dell'or- dine degli avvocati proclamò che la magistratura a Milano era rimasta vergine, coll'imene intatto, ma non è meno vero che la moglie di Cesare fu sospettata di adulterio! E lo sCandalo dilaga dovunque, il paese turbato e sgomento si chiede che razza di gente compone questa magistratura che- non ha nè uno scatto di ribellione per eliminare i sospetti, nè la forza per tenere un congresso, per riabilitarsi con una manifesta- zione virile. In questa crisi morale e politica, economica e sociale che tormenta la nuova Italia tutti cercano la magistratura; la storia si fa in tribunale dove tutti i drammi, tutti i conflitti di interessi e di classi, tutte le utopie, tutte le bassezze e gli eroismi hanno il loro epilogo; quivi però gli italiani cercano invano l'areopago augusto; trovano ordinariamente dei signori seduti dietro un banco che fanno girare la manovella della legge a seconda del vento che tira, noncuranti delle torture che infliggono, degli errori che commettono, orgogliosi dei favori che fanno, refrattari al sindacato della pubblica opinione, recla- manti promozioni e stipendi e privilegi senza pensare Mai però a rendere augusta la terribile funzione che la società loro af-

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