La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 5 - 13 febbraio 1908
30 mia corrispondeìza piena di affettuosità e di imprornes- se e di giuramenti sorrideva al generale con le lab- bra tumide dì giovinezza, come se non fossero mai state sfiorate dall'alito della passione, si fidanzava con lui e in un giorno di sole, dopo avere scritto parole infocate al padre della creatura che stava per nascere, andava all'altare senza tremare, tutta vestita di bian- co, con un gran mazzo di gigli come se avesse voluto nascondere, sotto tanta purezza, il suo delitto. Le donne sentivano i miei orrori per la Raimondi che aveva avuto la sfrontatezza di portare a un eroe di fama mondiale il frutto dei suoi amori proibiti, in- fingendosi la più casta delle fanciulle e pronunciando all'altare il sì di congiunzione con la voce che sentiva della letizia del suo cuore, ma Paolo continuava a fumare con un risolino sardonico, disapprovandomi con segni leggeri di testa che mi sgomentavano. Insomma? Gli dicevo- che io potevo capire la caduta della ragazza davanti al fascino delJa - camicia rossa in un momento in cui, tutti la vedevano con trasporto e per la quale le donne facevano follie, ma non potevo adattarmi a perdonarle l'inganno, la perfidia, la simu- lazione compiuti in una età in cui si dovrebbero igno- rare le infamie della vita . Ragazzaccio ! mi disse come se la Parola gli fosse scappata di bocca, obbligandolo a spalancarla per farmi vedere i denti piccini e serrati e neri dal fumo. Ragazzaccio! La vita è così, è così e la tua moralaccia vecchia e stravecchia non riuscirà a mutarla. Se la disg- raziata avesse confessato di avere goduto un po' di quel bene che è proprio dei maschi e delle' femmine giunti allo sviluppo, tu avresti veduto che ira di dio. Tutta la gente di casa si sarebbe creduta disonorata e la povera ragazza non avrebbe avuto più pace che con la fuga o il suicidio. E chi non vuole rinunciare alle gioie a cui tutti abbiamo diritto arrischia il tutto per tutto, come il - giocatore tra l'ultima messa e il revolver. Spie- gaci piuttosto come il generale sia venuto a sapere che era stato preceduto da un suo subordinato. Già, pos- siamo immaginarcelo, una lettera, non è vero ? Che fine farei sfare agli autori dell'anonima? I loro tormen- ti mi incalzerebbero a trovarne dei peggiori E gente che non vale la carne che hanno sulle Ossa. Cuocerla nel mio forno sarebbe .troppo poco. Bevi e parla.
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