La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 5 - 13 febbraio 1908
I r; ereditario, prendo il suo posto, piaccia o non piaccia alla nazione che devo dominare, sia la mia vita passata quella di un Creti- noide, o di un discolo, o di un donnaiuolo, o di un viveur che si fa portare a letto ubbriaco fradicio tutte le notti. Cito l'esempio di re Edoarde. Ha commesso adulterii da farsi denunciare dai pulpiti di tutte le religioni, si è. pariginizzato col cocottismo dei baulevards come Carlo I di Braganza ed è stato censurato dai tribunali come un biscazziere notturno. Morta la madre, il popolo inglese ha gridato: La regina è morta, viva il re! E adesso è più sicuro lui sul trono che io sulla mia sedia. Le rivoluzioni, di solito, sono fatali ai regnanti. Carlo primo e Luigi sedicesimo vi hanno perduto la testa. Don Pedro vi ha lasciato il regno. Francesco Giuseppe invece vi ha guadagnato una corona. Erano i tempi. della rivolta universale. La scienza non è ancora riuscita a spiegarci perchè il 'í8 si è fatto sentire con i suoi nervi sovreccitati in quasi tutti gli Stati europei. Barricate a Parigi, a Milano, a Vienna. Nella capitale della federazione austriaca imperavano i grandi duchi -- i più altezzosi, i più superbi, i più spietati odiatori di moltitudini. Moro concetto era di sfollarle a cannonate. L'impe- ratore Ferdinando era esecrato. Con Metternich, gran cancel- liere, non aveva mai voluto che gli si parlasse di libertà di stampa, di parola e di coscienza. Il 13 marzo 1848 la gente si era ammucchiata nelle adiacenze della Hofnurg o del Palazzo imperiale. C'erano degli oratori. Si voleva qualche cosa di più dell'abolizione del bavaglio. Si voleva anche la libertà par- lamentare. • — Viva la Costituzione! Vogliamo la Costituzione! Il regime assolutista era in pericolo. In piazza sì incominciava a domandare la revisione dei conti della monarchia che spen- deva e spandeva senza darne conto alla nazione. L'arciduca Albrecht, antipatico e intollerante, è andato subito dal sovrano a ottenere il permesso di spazzare le strade a cannonate. Le prime aggressioni militari hanno fatto udire il grido che è poi andato ingrossando: -- Alle barricate! Il primo conflitto è stato fulmineo. 11 generale Matauschek, alla testa, dei soldati, ha imposto alla gente di andarsene a casa con parole turgide di odio e di villania. Venne rovesciato da cavallo con una bastonata che gli ha spaccata la testa. E' corso sul luogo l'arciduca Albrecht con una boccata di fiele. Lo si è fatto scappare inseguito dalle pietre e da tutti i proiettili che gli assembrati avevano potuto trovare. La borghesia da spettatrice è discesa nelle vie e ha fatto comunella col proletariato. E la sommossa è diventata una rivoluzione.. Uno degli ufficiali che comandavano la truppa di fronte agli ammutinati si é rifiutate di ordinare il fuoco. L'imperatore e scappato alla chetichella. Ci sono state tre giornate sanguinose. 11 13, il 14 e il 15 marzo.
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