La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 3 - 30 gennaio 1908

92 le scalda io m'ero di proposito inchiodato in letto con la mia cupezza e il mio umor nero, risoluto a non u- scirne. Solo, nella mia soffitta, mentre mi pareva di udire il fragore delle mascelle al lavoro natalizio, ac- carezzavo di più il mio dolore e finivo bagnato delle mie lacrime a trovarmi buono e ad amare me stesso. Sono stato sorpreso da Paolo in uno di quegli at- timi di tenerezza. Egli era indispettito della mia resistenza. Voleva sa- pere che cosa mi avesse fatto. E più strepitava perchè mi alzassi, più rimanevo immobile, avvolto nel lenzuo- lo fin alla testa, soffocato dal pianto, determinato a rompere un'amicizia che mi impediva, a furia di genti- lezze, di farmi largo. Ero convinto che fino a quando non fossi stato in mare {non mi Sarei mai provato a nuotare. Mi toccava, mi pregava, mi supplicava, mi diceva che mi aspettavand, che avrei fatto passar loro un natale inquieto, crudele, triste; ma io non sapevo ri- Sponclergli che don qualche singhiozzo male trattenu- to. Non voleva andarsene, Ora sedeva, ora passeggia- va in su e in giù per la stanza facendosi delle doman- de, interrogandomi, dicendo che non sé ne sarebbe an- dato senza sapere il perchè della mia cocciutaggine, Ad aiutarlo a snidarmi dal letto sono entrate la mo- glie e le figlie. Allora sono stato perduto. Mi abbracciarono, mi baciarono, mi tolsero di peso di sotto alla preponta, mi prepararono gli abiti, mi mi- sero i bottoncini alla camicia e mi obbligarono a la- varmi e a vestirmi alla loro presenza. La lavatura è stata per me un supplizio, perchè mal- grado la mia vitaccia ho sempre fatto di tutto per la- varmi dalla testa ai piedi, .fossi stato obbligato di cer- carmi un fosso. L'igiene personale mi ha accompagnato in tutti gli ambienti ed è un caro vizio rimasto nella mia carne. Il pianto che mi aveva prostrato, mi aveva pure vuo- tato -del mio dolore. Con loro discendevo le scale come alleggerito per non dire consolato. A tavola fummo quasi chiassosi. Mi sapevano ghiotto della pelle del tacchino e tutti facevano a gara a darmi la loro parte. Il panettone era stato impastato e cotto da Paolo e il panettone è stato onorato da bottiglie stravecchie. (Continua) T

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=