La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 3 - 30 gennaio 1908
27 L'incidente che è tutto il nodo della commedia, non avrebbe quindi dovuto sorprenderlo. Ma poniamo pure che a dispetto della ragione e della riflessione la vista del Serpieri svegli in lui il cieco istinto della gelosia, un saggio come ci vien descritto il dottor Conti, soffoca dentro sè le acute doglie, ed ha tanto senno da non lasciar scorgere alla compagna i segni meschini di una stolida irritazione. Invece il dottor Conti sfoga il suo umore bizzoso, come un bambino che fa i capricci, ed imputa alla moglie colpe imma- ginarie e le affibbia ipotetiche responsabilità... Se è per dar passo al suo malumore, si serva; sono scene che - tutti noi ci Siepi concesse mille volte prendendo magari a pre- testo un polsino che non s' aggancia, ma che questa querelle d' Allemand sia un pozzo di psicologia, passionale, non ditelo, e non dite nemmeno clic nelle repliche di Luisa sia, tutta la rivelazione di un'anima amante e devota! Per niente! È un piccolo ed inconcludente bisticcio coniugale che « cigola per vento che va via » lasciando per residuo una vescica vizza. E « Una tempesta in un bicchier d'acqua » di Gondinet, tenuta alta di tono con tremiti fittizi di indignazione, e con accenti di pianto, per l'effetto scenico e pel razzo a fon- tana dell'abbraccio finale; ma il dottor Conti, mentre spro- loquia, sa benissimo di- dire più sciocchezze che non pensi e Luisa non piange che per dare al suo occhio più luminoso languore... Il pubblico tuttavia, abbocca, i catoncelli sdilinquiscono e Zambaldi « ha trovato la sua strada ». Ah che allegri compari! Due righe ancora per dire che il Terzo sesso commedia di Alberto Donaudy mi è costata due santissimi schiaffi. È il regalo che mi son fatto appena giunto a casa giovedl sera, per castigarmi di non aver gridato dalla galleria un serqua d'inso- lenze a quel bel signore che dopo averci propinate quelle sue immondizie in tre atti ebbe ancora l'impudenza di farsi vedere come se non lo si applaudisse per • burla. Anche Lorenzo Ruggi avrebbe fatto assai meglio a rispar- miarci il suo Sotto il giogo. Che diamine!! non sa fare di meglio di questi tre atti ed un epilogo? si appicchi, senza imporci i suoi tdtonnement di bambino che ha appena lasciate le dande! Ma se ha, come pare, del midollo cervicale che gli si inturgidisce dentro, non abbia fretta, il ragazzaccio, e ;non si lasci montare la test! Lavori piuttosto, stracci, ripigli, laceri, riprenda, ritenti, riprovi, ma tranquillo, silenzioso; modesto... Se ha qualche cosa da dire, non dubiti che lo dirà sempre in tempo e non tutti saranno sordi. Per ora, zitto e per degli anni assai! I f. RUZZANTE.
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