La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 3 - 30 gennaio 1908

EDOARDO SCARFOGLIO 19 tori. del suo ingeguo è 'riuscito a diventare il proprietario e il direttore di uno 'dei più formidabili quotidiani del mezzogiorno. Giovane che aveva sciorinata in ogni vetrina italiana la sua avversione per gli uomini della democrazia politica.. lettera- ria .e giornalistica, si è trovato fra la folla degli arrivisti Come una penna possente, una specie di Glaviot, come lo ha chia- mato il D'Annunzio, ca- pace di assassinare mo- ralmente il nemico del partito da lui difeso. La politica gli ha portato via. gli ultimi pudori. In mezzo alle cabale, alle fazioni, alle coalizioni, ai connubii, agli intrighi, agli scambi dei. servigi é all'alfarismo parlamenta- re, egli ha veduto che il' potere nen ha ragione di essere se non è 'l'albero della cuccagna. Con tanta mentalità duttile egli ha così potuto essere di molti ministeri per non dire di tutti. Nessuno ha avuto la forza di respingerlo o di rifiutare la contribuzione della sua penna. Francesco Crispi ha sempre avuto una grande paura degli attacchi scarfogliani. Un -giorno, per eliminarlo dalla polemica degli afri- unisti che lo censuravano acerbamente perchè l'Italia aveva speso centosessantasei milioni a poco per volta, vale a dire per delle passeggiate e degli opi- sodietti africani, lo ha fatto mandare dalla Tribuna in Armenia a studiare il paese sovente in rivolta contro il turco. Tutti si sono meravigliati che un africanista violento e guerrafondaio come lo Searfoglio abbia abbandonato la direzione del proprio quo- tidiano per studiare un popolo che in quel momento non faCeva chiasso. Chissà se ci saràqualche spiegazione di questo avvenimento nelle memorie di Crispi. I burloni della morale politica hanno creduto che l'inchiesta Saredo fosse la pietra sepolcrale dello scarfoglismo. Baie! È Saredo che è sepolto. E che cosa è rimasto

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