La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 2 - 23 gennaio 1908
Oggi che gli abissini invadono la cosidetta Somalia italiana per completare il sogno del Negus che vuole l'Africa degli africani come la volevano la è:ente di CeitiVaio e di Krug,er, rivive nella memoria Francesco Crispi, il borioso presidente del ministero megalomane che ha spinto l'esercito regio di errore in errore fino alla spaventosa carneficina di Abba Garima. Senza pre- parazione, con un'ignoranza sovrana dei luoghi che voleva. conquistare e della turbe che voleva soggiogare o schiacciare, ha fatto subire all'Italia la massima e la più vergognosa delle sconfitte coloniali inflitte dai « selvaggi » a una potenza europea. Pieno di albagia e di frasi altezzose e di fanatismo patriottardico egli, passando dall' « azione ardita » alla guerra di conquista, ha fatto stampare ed affiggere con tutti i caratteri vistosi queste parole indimenticabili. « Ormai il Negus deve presentarsi -a Biratieri colla pietra al collo e a Roma si- deciderà poi sul suo avvenire e su quello dell'Abissinia. » Il Negus, davanti ai costumi europei, ripugna. È troppo crudele, troppo spietato, troppo iniquo, troppo iminemore della sua origine, perchè lo si circondi di simpatia. Nato da un padre barbaro sul trono e da una mendicante raccattata sulla strada non ha poi un pensiero umano per i sudditi del regno ch'egli ha carpito con un colpo napoleonico. Ha trovato l'impero pieno di schiavi e la schiavitù feudale che lacera le viscere ma.terne e riduce gli affetti di famiglia al taglio dei cordone ombelicale è sempre della vita comune in tutto lo Schoa. In amore è un Napoleone sanguinario. Rifiuta la propria moglie, fa rapire Taitù, già passata per parecchi letti matrimoniali, manda ai ferri gli ultimi due suoi mariti e li condanna ai supplizi che finiscono • con la morte e presenta Taitù al popolo che non può che applau- dire l'imperatrice che esecra tutti coloro che non sono indigeni. La giustizia di Menelick era ed è rimasta. feroce. Quando non presiede lui il Tribunale è rappresentato dal grande giudice dello Schoa che i pativi chiamano la bocca dell' imperatore. Ma sia lui o chi lo rappresenta sulla sedia del giustizia;rdo le condanne fanno venire i brividi o ricordano quelle dei giudici della vergine Elisabetta. I nonnulla sono puniti con la fustiga- zione. Al ladro si recide la mano con un colpo secco di coltel- laccio ricurvo. Il recidivo dello stesso reato subisce l'amputa- zione violenta della mano destra e del piede destro: A colui
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