La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 2 - 23 gennaio 1908

10 E mastro Calogero questo fiuto l' aveva: oh, se l'aveva! Già, cominciamo a dire ch' egli (come, da noi, decine di migliaia di futuri spostati e qualche dozzina di futuri -mi- nistri) s' era addottorato in utrope, naturalmente, sotto i venti anni. E per certi avvocati, si sa, il giare sta tutto qui: un poco di procedura civile, per poter fare decente- mente almeno il paglieila; molto codice di commercio, per la perfetta conoscenza del meccanismo cambiario; e mol- tissimo codice penale, per rasentarlo il più possibile senza incapparvi mai. Al resto provvederà la razza, quella meravigliosa razza che tu, mio chiaro e caro Napoleone Colaianni, ti ostini a negare con una costanza anche più meravigliosa del tuo carattere adamantino. O i frutti copiosi del tuo inge- gno autodidattico non sono forse mirabili quanto la squi- sita gentilezza dei modi e la precoce maturità della mente di_ Angelo Maiorana, o la probità operosa di Vincenzo Saporito? Ed 'è forse un male, od una cosa comune, lo scrivere, come tu hai fatto, o Giuseppe Cimbali, un capo- lavoro di sagace umorismo e di serena filosofia sociale come la tua « Città Terrena»; o il chiamarsi Mario Ra- •pisardi, il solo poeta italiano contemporaneo che strap- pass,e al Carducci un gesto mal represso, ancorehè fugace, d invidia? Ma, ohimè! la razza, come le monete e le medaglie, ha necessariamente il suo dritto e il suo rovescio. E mastro Calogero dovea dimostrare pur troppo di esserne, come dicono gl' ignoranti che voglion parer saputi, l' esergo. Onde avvenne che in quello spazietto, che va da Monte- citorio alla Minerva, il cervellino ambizioso e iperestetico di Calogero Noti si spappolò. I tre puntini, come succede da tempo, gli avevano aperto un credito troppo grande: il che, con finta gioia dei preti, è segno di decadenza... anche dei tre puntini. Troppi Trippa commossero le vi- scere di questo incosciente parvenu della politica e quelle del suo devoto quanto analfabeta Seiano. A Francesco Crispi bastava l' autore della e Colonia Felice », ricco del suo, per imb-urchiargli i solenni e cincischiati discorsi: a S. E. Noti non bastavano le dozzine di giovani genii morti di fame (il suo séguito), ognun dei quali, per una fraset- tina incastonata nello sproloquio recitato a orecchio dal principale, si faceva pagare le cinquecento lire e le mille. Altro che Tripoli!

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