La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 1 - 16 gennaio 1908
13 L'isola è tua: sii via, Messo divin, Vola al Voliamo or per Calabria bella, Dove azzopperà Pallavicin: Vola; chè il re gict stanno issando in Sella E l'avvian su Teano, . il serto a raccattar dalla tua mano. Dagli quel serto; è lui l'Ernmanuel! A Te bastati poc'acqua e poco pane, Tuo letto il suolo e il poncio è tuo mantel. E rendigli quel suo eollar da cane; Patri, forse fra poco, Pe 'l cugin De Villata a lui far gioco. O Lamarmora, o conte di Persan, Custoza e Lissa voi, Monte Suello Dona ai fasti d'Italia il Capitan Del popolo, e suo da sangue novello. Pure: — «Obbedisco!» — Ei freme; E fu parola di Mentanci seme. — «Roma o morte!>) a Mentana Eg7i ruggì La bacchettona che di Guzman porla • Il nome infame: — E monte abbia! — squilli. Ma il Vinto visse a.suscitar tua morta Sui campi di Borgogna Vinti, gran Francia, e ti sparmiò vergogna. Vince e perdona, questo Masnadier; Premio odio inganno, questo pio Bandito Non sa; laude non vuol, fugge i piacer; Di sé, viva leggenda e vivo mito, Empie un secolo intero, E muor sognando, epico Santo: — Io spero. - «Molte legna pe 'l rogo! » — O Generai, Tu speri invan; le animule presenti Giunterannoti pure il funei.al. Spirito magno, z giambi miei roventi Furor 'compose e piela : Non vedi Italia tua come s' in.prela PAPIEAUNCULU.
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