La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 1 - 16 gennaio 1908
8 Il pranzo è stata una risata dalla prima portata all'ultima. Minestra di cipolle, puree di cipolle, cipolle in guazzetto, cipolle con tartufi, tortelli di cipolle, ecc. Due ore dopo erano tutti malati e Balzac che aveva l'abitudine di abbandonare gli ospiti in sala per alzarsi alle due di notte, saliva la scala del piano superiore e andava a dormire con risate che precipitavano dalla scala come tanta allegria. In tempi in cui vivevano Alessandro Dutnas, padre, Victor •Ugo e Sainte-Beuve — tre atleti della produzione letteraria — Balzao senza avere la memoria prodigiosa del primo, la velocità e l' abbondanza stilistica del secondo, e la forza di leggere e l'erudizione del terzo, è riuscito il . più tenace, il più resistente, il più fecondo, il più grande, il piu completo dei romanzieri che abbiano archiviata la vita dei loro contemporanei. La febbre del lavoro l' ha preso in una soffitta a vent'anni e non l' ha lasciato che a cinquant'anni, nella sua casa son- tuosa dell'avenue Fortunee (divenuta via Balzac), quando aveva, le gambe gonfie, quando I' idropisia gli è salita al cuore e il rantolo lo ha illividito e soffocato come un uomo comune. E con la resistenza a tavolino che gli ha permesso di scrivere la « fisiologici del matrimonio » dal primo settembre al dieci no- vembre 1829 e « Cesare Birotteau » dal 17 novembre al 15 di- cembre del '37, c'erano• in lui una coscienza e una consapevo- lezza di scrittore che lo rendevano incontentabile. Correggeva e ricorreggeva sulle bozze fino alla disperazione dei compositori. Rifaceva i lavori, sempre sulle bozze, dieci, quindici, diciotto, fin venti volte e se le maledizioni delle stamperie non glielo avessero impedito li avrebbe rifatti parecchie volte ancora. C'è in me qualche cosa, scriveva a un suo editore, che lo affrettava e si lamentava, qualche cosa che mi impedisce di. fare coscienziosamente male. 11 suo metodo di scrivere e di correggere era il terrore di tutte le tipografie. Scrivere alla Balzac voleva dire una calligrafia scellerata, ci nfusa, medicata, piena di gocce d'inchiostro, con ramificazioni da tutte le parti. Correggere alla Balzac voleva dire una carta geografica con le città, i fiumi, le montagne ingarbugliate dai fili trascinati in tutti i sensi da un gattino indiavolato. Aggettivi, sostantivi, verbi, pensieri, frasi che si rincorrevano in ogni direzione. Parole cambiate, cancellate, rinnovate, sottolineate, incrociate, allac- ciate, sovraposte, riunite da una pioggia di arabeschi. Questa è forse stata la ragione che l'ha indotto ad aprire una propria stamperia, dove i lavoratori del libro potevano abituarsi al suo manoscritto e a tacere anche se il padrone rifaceva le bozze cento volte. Balzac non aveva °M per la miseria. Sapeva quello elle valeva la sua penna e non consegnava i suoi manoscritti, anche se sgorbiati, se non gli si davano molte migliaia di scudi, tanto è vero ch'egli è stato il primo a protestare contro il pillage editoriale dei lavori cosidetti di fantasia. La pirateria
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=